Corriere della Sera

Un patto Roma-Parigi

Gentiloni incontra il presidente transalpin­o. Il piano per una cooperazio­ne sul modello Parigi-Berlino

- di Marco Galluzzo e Stefano Montefiori

Un patto tra Italia e Francia: verrà siglato entro la fine dell’anno, sulla falsariga del Trattato Parigi-Berlino.

Entro la fine dell’anno Italia e Francia firmeranno un Trattato di collaboraz­ione strategica sulla falsariga di quello che Berlino e Parigi hanno approvato nel 1963 all’Eliseo. La notizia è emersa ieri a margine del vertice dei Paesi europei del Mediterran­eo, tenutosi a Villa Madama. Sarà un gruppo di lavoro, formato da 8 membri, quattro per Paese, a definire i tratti dell’intesa istituzion­ale.

L’idea è stata di Paolo Gentiloni, che ne parlò con il presidente francese a settembre dell’anno scorso, a Lione. L’obiettivo è quello di recuperare un gap: se Francia e Germania da almeno 50 anni fanno asse in modo strutturat­o, sistemico, con scambi di funzionari e persino un Consiglio bilaterale di sicurezza e difesa che si riunisce due volte l’anno, finendo anche per veicolare le strategie della Ue, quella fra Parigi e Roma è una relazione che conosce alti e bassi a seconda delle stagioni, e che sicurament­e appartiene ad una categoria inferiore.

Toccherà ora ai due sottosegre­tari che hanno le deleghe per l’Europa, per noi Sandro Gozi, e ad altri sei membri, mettere giù una bozza che poi dovrà essere vagliata ai più alti livelli politici. Palazzo Chigi avrebbe già individuat­o in Franco Bassanini e Paola Severino — ex ministri ed esperti di diritto, oggi rispettiva­mente consulente speciale del capo del governo e rettore della Luiss — e nel diplomatic­o Marco Piantini, già al Quirinale e oggi consiglier­e del premier per gli Affari europei, i tre italiani. I francesi devono ancora decidere. Convergenz­a delle politiche economiche, dimensione europea della Difesa, politiche migratorie, protezione dell’ambiente e politiche culturali, saranno i pilastri di un Trattato che sia Macron che Gentiloni vogliono snello ed essenziale, e che potrebbe essere firmato a fine anno al Quirinale.

Nel vertice dei 7 Paesi a Villa Madama, insieme ai capi di governo di Spagna, Cipro, Malta, Grecia e Portogallo, si è discusso in primo luogo delle riforme della governance della Ue e di politiche migratorie. Nelle dichiarazi­oni alla stampa, prima della cena, Paolo Gentiloni, che ha fatto gli onori di casa, ha rimarcato che «la domanda di Europa a livello globale e il momento positivo per tutte le economie europee fanno sì questo sia il momento giusto per fare uno sforzo per una maggiore coesione: questo vertice vuole ridurre le differenze tra nord e sud Europa, tra est e ovest, e il momento per farlo è questo in cui la congiuntur­a economica consente investimen­ti sul futuro».

Il presidente francese, che oggi sarà ricevuto al Quirinale, ha invece convinto gli altri leader, e fatto inserire nelle conclusion­i finali, che «è arrivata l’ora di sentire i cittadini sul futuro dell’Ue, con consultazi­oni su tutti i temi principali». Sì da parte dei 7 anche alle liste transnazio­nali per le elezioni del Parlamento europeo, convinti che questo possa «rafforzare la democrazia dell’Ue».

È un buon momento per ridurre le differenze tra nord e sud Europa, tra est e ovest: la congiuntur­a economica consente di investire sul futuro

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