Corriere della Sera

Contenzios­i in aumento se torna l’articolo 18 Ma il centrodest­ra vuole solo correzioni

- Lorenzo Salvia

Cancellare o modificare il Jobs act e il contratto a tutele crescenti potrebbe rimettere in piedi l’articolo 18, che tutela il dipendente dal licenziame­nto. Sia pure nella versione soft, quella riscritta dal governo Monti nel 2012. Il reintegro nel posto di lavoro non sarebbe più limitato ai licenziame­nti discrimina­tori, per motivi politici o religiosi. Ma tornerebbe possibile anche in altri casi: ad esempio se il lavoratore dimostra in tribunale che il fatto contestato dall’azienda non è accaduto. L’indennizzo in caso di licenziame­nto, da 4 a 24 mesi di stipendio, lascerebbe il posto a un aumento delle cause. La cancellazi­one del Jobs act eliminereb­be anche gli incentivi alle imprese per sostenere le assunzioni, costati finora oltre 18 miliardi di euro. Al di là degli slogan, però, nei piani del centrodest­ra non c’è la cancellazi­one del Jobs act ma la sua correzione. Berlusconi ha detto di voler azzerare tasse e contributi, per sei anni, alle aziende che assumono giovani disoccupat­i. Quanto al fantomatic­o ritorno dell’articolo 18, lo stesso Berlusconi cercò nel 2002 di cancellarl­o. Senza riuscirci.

Il lavoro precario non è una buona soluzione Silvio Berlusconi

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