Da lady Pelù al ritorno di Cofferati Sinistra, i nomi per «far male al Pd»
Bersani schierato tra Bologna e Milano, D’Alema correrà solo in Puglia
La società civile Posti anche a Bartolo, medico lampedusano, e ad Anna Falcone, la «pasionaria» del No
In via Zanardelli, a due passi dal Senato, i tavoli dei dirigenti di Liberi e uguali sono pieni di fogli fitti di nomi. Ora dopo ora, le liste prendono forma e mentre Pietro Grasso e gli altri leader trattano con il Nazareno per definire l’accordo con Zingaretti nel Lazio, gli sherpa compilano le liste con il preciso e dichiarato intento di «fare più male possibile al Pd». Altro che desistenza... Tra i dem e Leu il 4 marzo sarà lotta fratricida e se i fuoriusciti rischiano di non vincere nemmeno un collegio, diversi possono farne perdere alla squadra di Matteo Renzi.
A Bologna gli elettori del defunto centrosinistra troveranno sulla scheda dell’uninominale il nome di Pier Luigi Bersani. E anche se l’ex segretario ha promesso che non farà «nessuna guerra» alla prodianissima avversaria Sandra Zampa, la presenza del fondatore di Leu toglierà al Pd voti preziosi. Altro guaio per il Nazareno è la candidatura di Bersani a Milano, come capolista al proporzionale. Massimo D’Alema invece si dice «allergico alle migrazioni» e non intende allontanarsi dalla sua Puglia, dove sarà candidato al Senato sia all’uninominale che al proporzionale.
Politici di professione, ma non solo. Grasso crede molto nel potere attrattivo della società civile e ha accolto con entusiasmo l’idea di candidare a Foggia la moglie di Piero Pelù. Dal palco del «concertone» del primo maggio la rockstar dei Litfiba bollò Renzi come «il boyscout di Licio Gelli» e gli 80 euro come «un’elemosina». La compagna ha le stesse idee politiche, si chiama Gianna Fratta ed è una nota direttrice d’orchestra che ha lavorato in tutto il mondo, dalla Royal Academy di Londra ai Berliner Symphoniker.
Nelle liste pugliesi hanno trovato posto anche il presidente della fondazione «La notte della taranta», Massimo Manera, Maria Laterza e Michele Laforgia, figlio di Pietro che fu sindaco di Bari nel 1993. Un’altra Laforgia in lista è Stella, docente all’università di Bari e nessuna parentela con Michele: è la sorella di Francesco, il capogruppo di Leu alla Camera.
In Liguria, dove rispunta Sergio Cofferati, ha detto sì il giornalista Rai Roberto Amen. Tra i vecchi volti della sinistra felici di rimettersi in gioco c’è anche Antonio Bassolino a Napoli, ma prima deve superare il veto di Nicola Fratoianni. Roberto Speranza correrà per la Camera a Firenze nel proporzionale e in Basilicata nella quota maggioritaria. «Se non avessero ridisegnato apposta il collegio avrebbe fatto parecchio male al Pd...», è il cruccio che si sussurra in via Zanardelli. Per il collegio unico lucano del Senato i Liberi e uguali hanno lanciato a sorpresa l’avvocata Cristiana Coviello, figlia dell’ex senatore del Ppi Romualdo Coviello.
Il vero e proprio tavolo delle liste ancora non si è insediato, tali e tanti sono i nodi da sciogliere in fatto di quote e di nomi. Il leader ne aveva in testa dieci, ma si è rassegnato a schierarne la metà. Candidatura blindata in quota Grasso per Rossella Muroni (ex Legambiente), per il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, per il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini e per Anna Falcone. L’avvocatessa cosentina, già pasionaria del No al referendum, ha incontrato proprio ieri Grasso alla testa del «Patto per la Costituzione e per la democrazia». Gli ex «attori» della sinistra antagonista del teatro Brancaccio hanno chiesto un posto anche per Felice Besostri, l’avvocato dei ricorsi (vinti) contro il Porcellum.