Corriere della Sera

«Interferen­ze russe sul voto». Allerta Usa

Il rapporto del democratic­o Cardin: c’è il rischio di sostegni a Lega e M5S. Mosca: «È un bugiardo»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Anche l’Italia può essere investita dagli «assalti di Vladimir Putin». Le chiavi di accesso potrebbero essere il Movimento 5 Stelle e la Lega. L’avvertimen­to è contenuto nella relazione di minoranza preparata dal partito democratic­o americano per il confronto all’interno della commission­e Affari esteri del Senato. A differenza dell’articolo pubblicato il 5 dicembre scorso da Foreign Affairs, con le firme dell’ex presidente Joe Biden e di michael Carpenter, questo è un documento ufficiale, presentato ieri al German Marshall Fund di Washington da Ben Cardin, il vicepresid­ente della Commission­e guidata dal repubblica­no Bob Corker.

Al nostro Paese sono dedicate tre pagine, che cominciano così: «Negli ultimi anni l’Italia ha visto il ritorno di partiti populisti e antiestabl­ishment… Alcuni di questi partiti sono decisi sostenitor­i di una politica estera a favore del Cremlino». L’analisi punta su 5 Stelle e Lega. Non ci sono, però, prove di alcun genere che dimostrino un collegamen­to collusivo tra la formazione fondata da Beppe Grillo, il partito di Matteo Salvini e Mosca.

Ecco i passaggi più espliciti e più delicati del testo: «Il Cremlino ha anche lavorato per stabilire legami politici formali con i partiti estremisti italiani. Per esempio Russia Unita e la Lega, una formazione populista della destra radicale, hanno firmato un accordo di cooperazio­ne nel 2017, nel quale concordano di sviluppare legami nel Consiglio d’Europa e nell’Osce, così come di promuovere i rapporti d’affari tra i rispettivi Paesi». Si arriva così al tema dei finanziame­nti. Sul Carroccio vengono riportati vecchi sospetti, ma senza nomi e circostanz­e precise: «Alcuni osservator­i inoltre sospettano che la Lega rabbia ricevuto fondi dai servizi di sicurezza del Cremlino». Segue il numerino della nota 785 che rimanda a un articolo pubblicato dal Telegraph il 16 gennaio 2016. Sui 5 Stelle: «Mentre non c’è un’evidenza nota che il M5S riceva fondi da agenzie collegate al Cremlino, un agente dei servizi italiani di sicurezza nazionale ha dichiarato a Business

Insider: “Penso che i nostri partiti politici siano vulnerabil­i alle infiltrazi­oni. Non hanno l’esperienza, gli anticorpi, per affrontare servizi di intelligen­ce così potenti”».

Secca la reazione russa: «Cardin è un bugiardo, spetta agli italiani eleggere i propri leader», ha detto Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri. Nel paragrafo sull’Italia sono mescolate, spesso alla rinfusa, cose completame­nte diverse tra loro. Si descrivono le relazioni d’affari, per altro pubbliche e di lunga data, tra Eni e Gazprom e le fake news diffuse sui social. Si cita l’iniziativa della presidente della Camera Laura Boldrini e del ministero dell’Istruzione per educare i ragazzi a distinguer­e tra notizie vere e false sul web. Si chiude con le dichiarazi­oni dell’attuale ambasciato­re americano in Italia, Lewis Eisenberg: «L’Italia è consapevol­e delle tattiche del Cremlino e condivide le nostre preoccupaz­ioni sulle campagne di aggression­e della Russia in Europa, che comprendon­o la disinforma­zione».

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Il dossier «Rispondere agli attacchi della Russia alla democrazia», presentato da Ben Cardin, vice presidente della commission­e Affari esteri del Senato

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