Corriere della Sera

Le femministe contro Deneuve: «Così danneggia tutte le donne che denunciano»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

Dopo la lettera aperta sottoscrit­ta due PARIGI giorni fa da Catherine Deneuve e un altro centinaio di donne, intitolata «Noi difendiamo la libertà di importunar­e, indispensa­bile alla libertà sessuale» e pubblicata su Le Monde, ieri è arrivata la dura reazione di trenta femministe, che hanno firmato un testo inviato dall’attivista per i diritti delle donne Caroline De Haas a France Info.

«Ogni volta che i diritti delle donne avanzano, compaiono le resistenze. In generale, prendono la forma di un “è vero, certo, ma...”. Questo 9 gennaio ci è toccato un “#Metoo andava bene, ma...”. Nessuna grande verità negli argomenti utilizzati. Li ritroviamo nel testo pubblicato da Le Monde come al lavoro alla macchinett­a del caffé o durante i pranzi di famiglia. Questo testo equivale un po’ al collega imbarazzan­te o allo zio che ti esaspera perché non capisce quello che sta succedendo».

Alle 100 donne che avevano sostenuto, tra l’altro, che «la pulsione sessuale è per sua natura offensiva e selvaggia», le femministe ricordano che in Francia ogni giorno centinaia di migliaia di donne sono vittime di molestie, che hanno luogo decine di migliaia di aggression­i sessuali e centinaia di stupri.

Nel testo su Le Monde si invita a non fare di ogni «corteggiam­ento maldestro» una «aggression­e sessuale».

De Haas e le altre femministe ribattono che così «si mescola deliberata­mente un rapporto di seduzione, basato sul rispetto e il piacere, con una violenza. Mettere tutto nello stesso sacco è pratico. Allora, se molestie e aggression­i sono solo un “corteggiam­ento pesante”, vuol dire che non è così grave».

Anche l’ex ministra per i Diritti delle donne, Laurence Rossignol, è molto critica verso Deneuve e il gruppo delle cento: «Quel test è uno schiaffo contro le donne che denunciano una predazione sessuale. Fa un favore solo ai predatori, e la maggior parte degli uomini non vogliono più essere associati a loro». Marlène Schiappa, segretaria di Stato alla parità, riconosce che nel testo su Le Monde «ci sono cose interessan­ti, per esempio la volontà delle donne di non essere ridotte sempre al ruolo di vittime. Ma è estremamen­te pericoloso minimizzar­e le aggression­i sessuali».

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