Corriere della Sera

L’ESERCITO BRITANNICO IN CERCA DI RECLUTE CAPACI ANCHE DI PIANGERE

- di Luigi Ippolito

Anche i Rambo piangono. Lo assicura l’esercito britannico, che nella sua nuova campagna di reclutamen­to punta ad arruolare soldati capaci di confrontar­si con le proprie emozioni: e di versare lacrime, se serve. Da sabato prossimo saranno diffusi sulle tv del Regno Unito degli spot che raccontano come dovrà essere il guerriero del Duemila: in uno dei video si mostra un giovane che piange, poi una voce fuori campo spiega che «come uomo, sembra che non puoi mai esprimere le tue emozioni. Pensavo che, unendomi all’esercito, ogni segno di emotività sarebbe stato interpreta­to come una debolezza. Ma una volta dentro, capisci che nessuno è una macchina. L’esercito è una famiglia». La campagna, intitolata «Appartener­e all’esercito nel 2018», punta ad allargare il più possibile la base di reclutamen­to, dato che alle forze armate britannich­e mancano ancora 4 mila persone per raggiunger­e il target di 82 mila: dunque tutti possono trovare posto, non solo i cultori della forza a ogni costo. Altri video si rivolgono alle minoranze etniche (si vede una recluta musulmana che prega sul tappetino), ai gay, alle giovani donne, infine si assicura che «non bisogna essere un supereroe per arruolarsi». Ma è lo spot sulle emozioni quello che ha fatto più discutere. E che ha suscitato le critiche di molti veterani. «È terribile, il morale finirà a terra», ha commentato un ex ufficiale. Altri hanno accusato il clima di correttezz­a politica imperante: «Sembrano aver dimenticat­o ciò per cui è fatto l’esercito: combattere e uccidere». Ma forse sono gli apostoli residui del superomism­o ad aver dimenticat­o che l’eroe dell’Iliade non è Achille furioso che fa strage di nemici, ma Ettore che si toglie l’elmo dal capo di fronte allo spavento del figlio Astianatte. E piace ricordare che alla fine del primo Rambo, il reduce che ha messo a ferro e fuoco da solo un’intera città piange disperato sulla spalla del suo comandante venuto a tirarlo fuori dall’inferno. Perché, come dice il comandante, «Rambo è il migliore»: anche quando si abbandona alle lacrime.

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