Il suo antifascismo risaliva a quando era in fasce
Caro Aldo, da bolognese, sentir dire che manca «un Giorgio Guazzaloca», parentesi di qualche anno dopo sindaci come Zangheri e Imbeni, è imbarazzante… Forse ha dimenticato come fu accolto Guazzaloca a palazzo d’Accursio, e cioè da 2 ali di persone a braccio destro teso (ci sono le foto a ricordarlo): una offesa a una città che dista 25 km da Marzabotto e che ha nella piazza principale una lunga lapide a ricordo della barbarie subita. Fare finta o dimenticare è una operazione in cui noi italiani siamo bravi! Non commento l’operato di chi oggi siede a Palazzo, ma sicuramente bisogna fare dei distinguo e chiarire come sono le cose da oramai 15 anni. Gian Carlo Boschi gian.carlo.boschi@ outlook.it
Caro Gian Carlo, Giorgio Guazzaloca, liberale profondamente anticomunista e profondamente antifascista (esistono), è il sindaco di Bologna che ha inaugurato il museo della Resistenza. Raccontava che il suo revisionismo era finito il giorno in cui un fascista aveva strappato di mano a sua madre la bottiglia d’olio razionato e l’aveva versato a terra per sfregio. La donna aveva un neonato tra le braccia, il piccolo Giorgio (per aver raccontato la storia sul Corriere ho ricevuto mail di protesta secondo cui Guazzaloca era troppo piccolo per ricordarlo. È vero; ma provvedeva a ricordarglielo la madre).