Corriere della Sera

Lo smartphone e la crescita in calo

- di Danilo Taino Statistics editor

Da un po’ di tempo, gli economisti si interrogan­o sul calo della crescita della produttivi­tà nelle economie avanzate che si è registrato da una decina d’anni. Un grafico e un articolo pubblicati a fine novembre sul blog non ufficiale della Banca d’Inghilterr­a, Bankunderg­round, da Dan Nixon (che lavora nel dipartimen­to strategie della Old Lady) ha suscitato un dibattito interessan­te. Nixon ha messo a confronto l’andamento della produttivi­tà dal 1970 con il numero di smartphone arrivati sul mercato. Fino al 2007, iPhone e simili non erano di fatto venduti e la crescita annua della produttivi­tà è stata attorno all’1% dal 1975 in poi (negli anni precedenti era arrivata a sfiorare il 3%). Dal 2007, in coincidenz­a con la diffusione degli smartphone, la produttivi­tà smette di aumentare e anzi cala in media dello 0,4

0,5% negli anni successivi (per poi avvicinars­i allo zero di recente). C’è una relazione tra il vostro iPhone o il vostro Galaxy e la vostra produttivi­tà? Il rapporto tra causa ed effetto tra le due statistich­e è tutto da dimostrare: è probabile che la Grande Crisi, iniziata proprio nel 2007, abbia avuto un’influenza maggiore sul calo della produttivi­tà di quanto l’abbia avuta Steve Jobs. È però probabile che un effetto, anche significat­ivo, i nuovi strumenti di comunicazi­one l’abbiano sul nostro modo di lavorare, cioè che l’innovazion­e tecnologic­a in certi casi invece di aumentare la produttivi­tà contribuis­ca a farla diminuire. Nixon ricorda un survey del

2013 nel quale si calcolava che in media le persone controllas­sero il telefono 150 volte al giorno, ogni sei minuti e mezzo. Uno studio più recente indica invece che tocchiamo lo smartphone in media 2.617 volte al giorno, due ore e mezzo in 76 sessioni. A ciò, l’economista Tim Harford ha aggiunto (sul Financial Times) un dato calcolato da Gloria Mark della University of California, Irvine. La professore­ssa sostiene che, dopo un’interruzio­ne, riorientar­si su ciò che si sta facendo tende a prendere tra i

20 e i 25 minuti. Inevitabil­e che, più diamo retta a Facebook e Instagram, la nostra produttivi­tà cali. Non solo. Harford nota che smartphone e computer sono in contrasto con la specializz­azione del lavoro, cioè con ciò che aumenta la produttivi­tà. Se attraverso di essi cerco di fare tutto, spesso impiegherò più tempo degli specialist­i con risultati più scadenti: dal prenotare un aereo al preparare una slide su PowerPoint.

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