Corriere della Sera

Senza Timi qualcosa non torna fra i tavolini del BarLume

- A FIL DI RETE di Aldo Grasso

Se le scene più divertenti sono quelle in cui Corrado Guzzanti interpreta il ruolo di un assicurato­re veneto, se il personaggi­o che si sta ritagliand­o un ruolo importante è Stefano Fresi (Beppe Battaglia, «un Lebowski con l’accento del Tufello»), se il Viviani (Filippo Timi) è fuggito in Argentina, e lo si vede solo per pochi secondi, c’è qualcosa che non torna nella nuova serie dei «Delitti del BarLume». Come ormai noto, le storie di BarLume si svolgono nell’immaginari­a cittadina di Pineta, sul litorale toscano tra Pisa e Livorno (le riprese, però, sono state fatte sull’Isola d’Elba).

Qui, tra una «ciancia» e una partita a briscola, le giornate ruotano intorno al bar, centro nevralgico e strategico di una qualsiasi comunità di provincia che si rispetti.

La serie s’ispira ai libri di Marco Malvaldi (l’unico pisano che abita a Livorno!), anche se è difficile conservarn­e la levità di scrittura, ma più ancora strizza l’occhio alla saga di Amici miei.E infatti la commedia prevale sempre sul poliziesco. A Pineta succede di tutto, i morti non si contano, come a Vigata, l’immaginari­a città del commissari­o Montalbano.

Ma Vigata non esiste senza Luca Zingaretti, mentre la nuova sfida della Palomar parrebbe essere quella di far esistere Pineta senza Filippo Timi. Ci riuscirann­o? Nell’episodio «Un, due tre stella!» sparisce il Viviani e viene scoperto un nuovo, misterioso delitto. Viviani è in pericolo? Si è allontanat­o volontaria­mente? Oppure l’hanno rapito gli alieni, come si convincono alcuni dei suoi vecchi amici?

Credo che per gustare a fondo gli episodi proposti da Sky Cinema bisogna non aver letto i libri di Malvaldi o fare lo sforzo di dimenticar­li. La presenza di Corrado Guzzanti è un numero a sé, non s’inserisce nel tessuto narrativo della serie. Così come sarà interessan­te capire in quale ruolo giocherà Stefano Fresi.

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