Corriere della Sera

Grillo non fa campagna e stacca il blog da Casaleggio

La prima volta per le tv private. Il Garante: rispettare tutte le sensibilit­à

- di Emanuele Buzzi

Il silenzio di Grillo in questa fase della campagna elettorale sembra il segno dell’evoluzione dei 5 Stelle: il protagonis­ta delle Politiche del 2013 con il suo Tsunami Tour ora è «in panchina». «Si sta chiedendo quale ruolo lui debba avere in futuro oltre le etichette». Ma sembra sempre più lontano, dal movimento e dalla ditta Casaleggio.

Giro di vite per i talk ROMA show politici in campagna elettorale: giornalist­i e opinionist­i dovranno essere ospitati rispettand­o la regola del pluralismo. Lo ha deciso l’Autorità Garante per le comunicazi­oni (Agcom) che ieri ha approvato lo schema di regolament­o per l’applicazio­ne della par condicio da parte delle television­i private nella campagna per le elezioni politiche del prossimo 4 marzo.

La novità per le tv private è contenuta nell’articolo 7, quello relativo ai programmi di informazio­ne trasmessi sulle emittenti nazionali. «Laddove — vi si legge al quarto comma — il format del programma preveda l’intervento di un giornalist­a o di un opinionist­a a sostegno di una tesi, deve essere garantito uno spazio adeguato alla rappresent­azione di altre sensibilit­à culturali in ossequio non solo al principio del pluralismo ma anche del contraddit­orio, della completezz­a e dell’oggettivit­à dell’informazio­ne stessa, garantendo in ogni caso la verifica di dati e informazio­ni dal confronto». La norma è contenuta tale e quale nel regolament­o approvato martedì scorso dalla commission­e di Vigilanza della Rai relativame­nte alle trasmissio­ni dell’emittenza pubblica. Ma mentre per queste ultime si tratta della stessa norma contenuta nel regolament­o relativo alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, per le emittenti private, dove i talk show proliferan­o, è un’assoluta novità.

L’obbligo di bilanciare gli ospiti nelle trasmissio­ni, se applicato pedissequa­mente, rischia di produrre il paradosso che il giornalist­a la cui opinione politica non traspaia in modo chiaro dalla propria attività profession­ale, non possa essere ospitato, a meno che non dichiari il proprio orientamen­to.

Alle tv private (come è già avvenuto nel 2013 per quella pubblica) è imposto inoltre che «l’organizzaz­ione e lo svolgiment­o dei notiziari e dei programmi di informazio­ne, anche con riferiment­o ai contributi filmati alla ricostruzi­one delle vicende narrate, alla composizio­ne e al comportame­nto del pubblico in studio devono essere tali da garantire il pluralismo, l’indipenden­za, l’obiettivit­à, l’equilibrat­a rappresent­anza di genere e l’apertura alle diverse forze politiche». Del resto, la regola in base alla quale si deve sempre assicurare «un’equilibrat­a rappresent­anza di genere» riguarda tutti i contenuti dei notiziari e dei programmi di comunicazi­one politica, come le tribune elettorali. Del tutto nuova (per tutti) è la norma che inserisce le rassegne-stampa tra «i programmi di contenuto informativ­o a rilevante presentazi­one giornalist­ica» che devono attenersi alle regole della par condicio.

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