Corriere della Sera

Alla Domus Aurea: «Sublime, ma umida»

- M. Gal. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Ha detto al capo dello Stato, Sergio Mattarella: «Come sapete sono appena tornato dalla Cina, dove ho visto cose molto belle, moderne, alcuni palazzi bellissimi, mi ha colpito l’architettu­ra, ma debbo dire che da quando sono a Roma, da quando ho rivisto i vostri palazzi, mi sono di nuovo sentito a casa». Difficile dare torto al capo dell’Eliseo, che nell’unica parte privata della visita in Italia, di notte, è stato in territorio francese, ex pontificio, fra gli arazzi, le statue e le celebri tele di Palazzo Farnese. Non era la prima volta che Emmanuel Macron dormiva in ambasciata, lo aveva già fatto quando era ministro. Del resto è difficile non approfitta­re di una residenza talmente bella, e più volte il presidente dell’Eliseo ha detto di amare Roma tantissimo, insieme alla lingua e alla cultura italiana. In questa visita, ai funzionari diplomatic­i che lo hanno assistito, ha promesso di venire più spesso: «Farò molti viaggi in Italia con Brigitte». Alla Domus Aurea invece si è toccata con mano la grande sintonia e disinvoltu­ra del rapporto con Gentiloni. Il presidente del Consiglio si è anche improvvisa­to guida turistica, per lunghi tratti, illustrand­o in francese i dettagli della residenza imperiale. Macron non parla italiano, almeno non bene come Gentiloni il francese, ma lo legge e ha tenuto ad enfatizzar­lo direttamen­te in conferenza stampa: «Seguo direttamen­e la vostra stampa». Al Quirinale invece, con una battuta, si è lamentato del fatto che i ragazzi italiani, come seconda lingua, prediligan­o l’inglese: per il capo della Francia la lingua di Stendhal dovrebbe essere universale come quella di Shakespear­e. Di fronte alle vestigia della Domus Aurea il capo dell’Eliseo si è anche concesso un pizzico di ironia: «È sublime, ma c’è anche molta umidità». Per fortuna sembra non abbia visto i bivacchi, i panni stesi, i fuochi dei clochard contro il freddo e tutto quello che da anni offre in termini di inciviltà Colle Oppio con i suoi giardini tutto intorno alla Domus. Nessuno, né il ministero né il Comune né Palazzo Chigi, sembrano essersi preoccupat­i di dare almeno una ripulita. Alla fine della visita, prima di tornare a Parigi, Macron (che ha deciso di saltare il pranzo) ha lasciato un messaggio nel libro della Domus: «Il genio italiano è una forza straordina­ria per il Paese, un fondamento e una parte dell’avvenire dell’Europa».

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