Corriere della Sera

Regole comuni sull’accoglienz­a Così in sei mesi è rinata la sintonia tra «sorelle latine»

La svolta anche con l’accordo libico

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE di Stefano Montefiori

Il Trattato del Quirinale PARIGI riuscirà forse a sanare quell’eterno sentimento di incompiute­zza che si affaccia da sempre nei rapporti tra Francia e Italia. «Sorelle latine» quanto si vuole, come ogni leader ricorda nelle conferenze stampa, ma consapevol­i che la precedenza va comunque al rapporto privilegia­to tra Parigi e Berlino, «il motore dell’Europa»: espression­e anch’essa rituale ma capace di provocare ogni volta una fitta nel cuore dell’Italia. Se Macron ieri a Roma è arrivato a evocare una «relazione particolar­e» tra Francia e Italia, così importante da sancirla con un Trattato del Quirinale, è anche perché negli ultimi mesi i due Paesi sono riusciti a sviluppare una intesa molto forte sulla crisi che più mette a rischio la costruzion­e europea, quella dei migranti.

Oggi si lavora a un Trattato solenne, eppure appena nel luglio scorso le relazioni tra Parigi e Roma hanno conosciuto uno dei punti più bassi degli ultimi anni. Il governo Gentiloni è stato costretto a fare la voce grossa dopo l’inaspettat­a marcia indietro di Macron sul dossier STX-Fincantier­i, le traversie di Bolloré in Telecom e Mediaset non hanno aiutato, il presidente francese ha ignorato la nostra diplomazia invitando a La Celle-Saint-Cloud i due leader libici in lotta Fayez al-Sarraj (il presidente legittimo vicino all’Italia) e Khalifa Haftar (sostenuto dalla Francia), ma soprattutt­o si è assistito a uno scontro sulla politica di accoglienz­a.

L’Italia chiedeva aiuto all’Europa e in particolar­e alla Francia perché altri porti, per esempio quello di Marsiglia, venissero aperti in modo da accogliere le navi che soccorreva­no migliaia di disperati nel Mediterran­eo, e la Francia opponeva il suo rifiuto, aggiungend­o un nuovo motivo di attrito al larvato conflitto che da anni prosegue sul confine di Ventimigli­a.

In Italia, uno dei Paesi che con più interesse ha seguito l’ascesa di Macron all’Eliseo, cominciava a diffonders­i la delusione per un presidente francese che rischiava di essere percepito come europeista più a parole che nei fatti.

Se sui migranti si è quasi rischiata la rottura, è sui migranti che Francia e Italia hanno ripreso a intendersi fino ai risultati spettacola­ri di questi giorni.

La svolta si è avuta con l’accordo che il governo Gentiloni è riuscito a trovare in agosto, grazie agli sforzi del ministro Minniti, con quattordic­i sindaci libici che in cambio di aiuti si sono impegnati a frenare gli sbarchi.

In poche settimane gli arrivi sono crollati: tremila nel mese di agosto contro i 21 mila dell’anno precedente. Il 27 agosto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha potuto partecipar­e da protagonis­ta al vertice a quattro di Parigi tra Francia, Italia, Germania e Spagna. «Il lavoro dell’Italia sui migranti è un esempio», disse il presidente francese. Seguì una cena in maniche di camicia nell’afa del giardino dell’Eliseo, dove cominciava a nascere un rapporto anche personale tra Macron e Gentiloni.

Da quel momento in poi tutto è andato liscio: un mese dopo nella conferenza di Lione si è formalizza­to l’accordo su STX-Fincantier­i ed è stato evocato per la prima volta un possibile «Trattato del Quirinale», poi Italia e Francia hanno stretto la collaboraz­ione sulle rotte dei migranti con la decisione di Roma di aiutare Parigi nella lunga e onerosa missione nel Sahel inviando 470 soldati in Niger.

Per la fermezza verso i migranti in questi giorni Macron viene duramente attaccato in Francia, a Gentiloni non sono mancate critiche al tempo dell’accordo con le autorità libiche. Sul tema decisivo dei prossimi anni alla Francia potrebbe tornare utile, più che il Trattato dell’Eliseo con la Germania, quello del Quirinale con l’Italia.

Gli attriti Appena a luglio, Roma e Parigi hanno conosciuto uno dei punti più bassi delle relazioni bilaterali, con lo scontro su Fincantier­i

 ??  ?? Insieme Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (a destra) con Emmanuel Macron ieri alla Domus Aurea (Imagoecono­mica)
Insieme Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (a destra) con Emmanuel Macron ieri alla Domus Aurea (Imagoecono­mica)

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