Grasso e la campagna da Corbyn (all’italiana)
Non era un caso né una coincidenza fortuita. Quando domenica scorsa all’assemblea di Liberi e uguali Pietro Grasso ha lanciato l’idea di abolire le tasse universitarie, scatenando il solito polverone, chi non si limita ad ammirare l’erba del giardino politico di casa nostra ha colto un immediato rimando a uno dei cavalli di battaglia di Jeremy Corbyn, leader dei laburisti inglesi che sulla riduzione dei costi per l’istruzione ha segnato la discontinuità con il passato blairiano e insieme risalito la china dei consensi grazie soprattutto, e nemmeno questo è un caso, al voto giovanile. Ma il collegamento diretto al modello inglese si fa plastico nella scelta dello slogan che accompagna il volto di Grasso nei primi cartelloni della campagna elettorale. Quel «Per i molti, non per i pochi» è nulla più che la traduzione letterale del «For the many, not the few». Un omaggio? Un richiamo? Un modo per inserirsi nel solco del socialismo europeo? Forse lo si capirà meglio nelle prossime settimane. Come è da vedere se porti fortuna. Nel 2008 Walter Veltroni adottò l’obamiano «Yes, we can». Ma non finì benissimo.