E Trump salva (solo) la Florida dalle trivellazioni
Perforate tutto, ma non la Florida. Anche il ministro dell’Interno, Ryan Zinke, il «duro» del Montana che si presentò a cavallo il primo giorno di lavoro a Washington, è rimasto intrappolato in uno dei pasticci del governo Trump.
Da diverse settimane Zinke ha preparato un piano di esplorazioni petrolifere su gran parte delle coste americane, ufficializzato poi il 4 gennaio. Via libera ovunque, dalla California all’Artico, dall’Alaska al Golfo del Messico. Senonché il ministro non aveva considerato il legame politico speciale tra il governatore della Florida, Rick Scott, e il presidente. Scott ha subito chiamato la Casa Bianca: ha ricordato il disastro ambientale della Deepwater Horizon nel 2010, ha insistito sull’importanza del turismo per il suo Stato. Ieri Zinke, con un tratto di penna, ha cancellato il territorio di Scott dalla mappa. La sollevazione degli altri governatori coinvolti è corale. I democratici sono scatenati. Andrew Cuomo, alla guida dello Stato di New York, e Jerry Brown, California, avevano chiesto già mesi fa di essere esclusi. Ma anche i repubblicani sono in rivolta, come Henry McMaster, governatore del South Carolina. Il più velenoso è il deputato Gop Mark Sanford, sempre South Carolina: Trump ha esentato la Florida non per tutelare Rick Scott, ma la sua residenza di Mar-aLago, fronte mare, a Palm Beach.