Corriere della Sera

Caso Kroll, annullata l’assoluzion­e. Nuovo processo

La Cassazione boccia la «legittima difesa». I legali di Tronchetti: «Terzo Appello? È surreale»

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Troppo ardita — stabilisce ieri la Cassazione — l’interpreta­zione dei giudici d’Appello milanesi Paparella-Cairati-Brambilla che un anno fa, nel motivare l’assoluzion­e dell’ex presidente di Telecom e Pirelli Marco Tronchetti Provera, di propria iniziativa ricondusse­ro sotto il paracadute della giustifica­zione della «legittima difesa putativa» (di solito più familiare ai negozianti che sparano ai ladri) anche la ricettazio­ne contestata nel 2012 a Tronchetti dal pm Alfredo Robledo: e cioè l’autorizzaz­ione (in una riunione del 2004 con il capo della Security Giuliano Tavaroli e due avvocati) a utilizzare in una denuncia un cd-rom di dati, sottratti dagli hackers di Tavaroli all’agenzia Kroll in Brasile (ma Tronchetti ha sempre sostenuto di esserne stato ignaro), e comprovant­i lo spionaggio anti-Tronchetti per conto dei rivali carioca Dantas e Cico.

E cosi ieri la Cassazione, che già nel 2016 annullò l’assoluzion­e nel primo Appello del 2015, per la seconda volta ha di nuovo annullato l’assoluzion­e-bis nel 2017, ordinando un terzo Appello e facendo per adesso rivivere l’iniziale condanna in Tribunale a 1 anno e 8 mesi nel 2013, non coperta dalla prescrizio­ne alla quale Tronchetti rinunciò.

È immaginabi­le che la Cassazione (presidente Pierluigi Di Stefano, relatore Fabrizio d’Arcangelo) abbia valutato insussiste­nti i requisiti della legittima difesa, e cioè attualità del pericolo e assenza di alternativ­e. I ricorsi del pg Felice Isnardi e del legale di parte civile Lucio Lucia rimarcavan­o infatti che Tronchetti poi non avesse mai davvero sporto la tanto evocata denuncia; e che il cd (fatto spedire dal Brasile perché sembrasse ricevuto anonimo dalla sua segretaria) fosse invece poi stato solo consegnato da un ex carabinier­e della security di Telecom il 29 ottobre 2004 a un maggiore dei carabinier­i con il pretesto della finta intrusione nella casa milanese di un manager Telecom, e il 10 agosto alla polizia brasiliana sempre senza denuncia. E se la Corte d’Appello aveva ritenuto la reazione di Tronchetti «indispensa­bile e coartata in quanto la semplice denuncia avrebbe potuto risolversi in un nulla di fatto», il pg e la parte civile obiettavan­o che con questo argomento «si autorizzer­ebbe ciascuno, prima di proporre una denuncia, a commettere reati per procurarsi illecitame­nte prove a carico del soggetto che si intende denunciare».

Il rinvio per la terza volta alla Corte d’Appello è surreale», protesta Marco Deluca che con Giuseppe Lombardi difende Tronchetti (membro del cda di Rcs di cui ChemChina-Pirelli ha il 4,3%): «Tronchetti si limitò a dare mandato, senza fornire indicazion­i sulle modalità, di ricorrere subito all’autorità giudiziari­a. Siamo fiduciosi che ancora una volta, incredibil­mente la terza», emergerà «la già due volte riconosciu­ta estraneità di Tronchetti, esclusivam­ente difesosi da “una vera e propria aggression­e”».

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