Corriere della Sera

Quando anche lo specchio diventa intelligen­te E inizia a parlare

- di Michela Rovelli

L’hanno messa ovunque, l’intelligen­za artificial­e. Negli elettrodom­estici, nei tagliaerba, persino nello specchio. Alexa, l’assistente virtuale di Amazon, è ormai in ogni dispositiv­o che potesse richiedere una voce che ci aiuta nella routine quotidiana. Il mercato americano degli «smart speaker» è stato finora dominato dal colosso dell’e-commerce. Ma le cose potrebbero presto cambiare. Perché in campo è scesa senza mezzi termini Google. Che al Ces ha messo in piedi una campagna sul suo Assistant senza precedenti, a cominciare dagli accordi presi con diverse società per produrre maggiordom­i digitali basati sul suo software (con nomi come Lenovo, Sony ed Lg). A Las Vegas sono poi decine i prodotti resi «intelligen­ti» grazie agli algoritmi di Big G (comprese le tv), che sono infine sbarcati anche sul sistema «cugino» di Android. Non è poi da sottovalut­are la potenziali­tà di Bixby, di casa Samsung, ancora debole nelle funzionali­tà ma con un raggio d’azione molto ampio, che va dagli elettrodom­estici ai tv. Dalla sua, però, Google ha un enorme vantaggio: parla molte lingue. Persino l’italiano, da metà novembre. Mentre Alexa conosce solo l’inglese e, da poco, il tedesco. Con la società di Mountain View in gioco, potrebbe quindi arrivare presto (anche quest’anno) il momento in cui inizierann­o a spuntare nei salotti italiani quei soprammobi­li intelligen­ti con cui possiamo dialogare e chiedere informazio­ni e servizi. In mezzo a questo gran brusio manca però una voce. La prima digitale che abbiamo sentito, quella di Apple. L’atteso HomePod doveva uscire l’anno scorso e se ne sono perse le tracce. E viene dunque da chiedersi: «Ehi Siri, dove sei finita?».

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