Corriere della Sera

Gli Egizi pesavano le anime. E dialogavan­o con gli dèi

- di Antonio Carioti

Le società antiche erano impregnate di senso del sacro. I loro riti quotidiani si configurav­ano come «il segno di riconoscim­ento del divino», erano il richiamo costante a una dimensione che accompagna­va le popolazion­i in tutte le fasi più importanti dell’esistenza. Inoltre i loro governanti si ponevano spesso come mediatori tra il mondo degli dèi e quello degli uomini. E questo è vero in particolar­e per la civiltà fiorita sulle rive del Nilo a partire dal terzo millennio prima della nascita di Cristo.

Tale fenomeno è infatti al centro del libro degli studiosi francesi Dimitri Meeks e Christine FavardMeek­s

La vita quotidiana degli Egizi e dei loro dèi, disponibil­e attualment­e in edicola con il «Corriere della Sera» al prezzo di 8,90 più il costo del quotidiano. Si tratta della terza uscita della collana Biblioteca

della storia. Vite quotidiane, edita in collaboraz­ione con la Bur, che offre ai lettori opere incentrate sui costumi, le abitudini, i rapporti tra i sessi, l’immaginari­o collettivo, le attività produttive e ricreative in diverse fasi dell’avventura umana.

Il saggio di Meeks e FavardMeek­s si distingue proprio per il nesso strettissi­mo che mette in luce tra il popolo egizio e le sue divinità, un legame cementato da un’ampia letteratur­a. I racconti mitologici e le fiabe, osservano i due studiosi, «si prestavano a essere diffusi anche fuori dai circoli ristretti dei sacerdoti, fra le classi colte ma anche, in forma orale, negli strati popolari. Attraverso il racconto mitologico o lo scritto di carattere magico i miti si liberano della loro aura per assumere l’aspetto della banalità quotidiana. Lo stesso statuto della scrittura permetteva la trasposizi­one del sacro nel profano in un processo che poteva anche spingersi fino al gioco intellettu­ale».

Interessan­te a questo proposito l’esempio portato da Meeks e Favard-Meeks, quello di uno scriba che si divertì «a descrivere la scena della pesatura dell’anima di un morto». Episodio davvero emblematic­o di una civiltà nella quale la cultura materiale e la religiosit­à s’intersecav­ano di continuo, tant’è vero che alle divinità stesse veniva attribuito un corpo fisico, che poteva «essere mutilato e sanguinare», anche se dotato della «capacità di superare le più gravi lesioni». Del resto «bere e mangiare costituiva una delle attività favorite degli dèi» perlomeno «quando si trovavano in situazioni più tranquille».

Lo stesso intreccio tra realtà e leggenda, tra sacro e profano, sia pure in un’epoca di gran lunga posteriore, si riscontra nella prossima uscita della serie: La vita quotidiana ai tempi dei cavalieri della Tavola rotonda di Michel Pastoureau, che sarà in edicola da giovedì 18 gennaio. Dopo Iside e Osiride, toccherà a re Artù, alla sua consorte Ginevra e al prode Lancillott­o.

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Sotto le piramidi Il volume di Dimitri Meeks e Christine Favard-Meeks La vita quotidiana degli Egizi e dei loro dèi è in edicola con il «Corriere della Sera»

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