Corriere della Sera

Zoro: satira sulla vanità dei politici

Riparte «Propaganda Live» su La7. «La campagna elettorale per noi è una manna»

- Stefania Ulivi

Con il nome del nuovo ROMA programma, Propaganda Live, con cui sono passati da Rai3 a La7, si erano portati avanti. Ora, dopo la pausa natalizia, Diego «Zoro» Bianchi & C. si ritrovano catapultat­i in onda in piena campagna elettorale, tra nuovi simboli, sigle e insidie della par condicio. «Per il programma è una manna, tanti spunti su cui lavorare. Molte stravaganz­e e colpi a effetto notevoli, si farà fatica a selezionar­e». Con cosa partite? «Stasera ci sarà un reportage trai migranti al confine tra

Italia e Francia, tra neve e rischio valanghe. Ospiti, Achille Bonito Oliva e Paolo Fresu». Cosa è cambiato dai tempi di «Gazebo»?

«Siamo nati con questa legislatur­a, con la non vittoria di Bersani, e poi gli incarichi al Quirinale a Letta, Renzi, fino a Gentiloni. Lì venivamo dalla stagione dei gazebo, adesso siamo in campagna elettorale, la politica è propaganda. Noi ne sveliamo gli aspetti grotteschi».

Con le classifich­e social che svelano punti deboli dell’ego-sistema della politica.

«I social sono lo strumento di propaganda più fresco e anche più pericoloso. Sollecitan­o la vanità, danno l’ebrezza, trasversal­e a destra e sinistra, della misurazion­e immediata del consenso. Ma vanno maneggiati con cura, possono diventare uno strumento di comicità involontar­ia irresistib­ile». Come alcune sigle e simboli elettorali...

«La battuta è facile, ci sono più simboli che elettori. L’ultimo nato è il fiore petaloso di Lorenzin. Ormai è difficile essere originali, il generatore

Comicità Il conduttore: «I social possono diventare uno strumento di comicità involontar­ia»

automatico di sigle è abbastanza alla frutta, le combinazio­ni possibili non sono più molte. Teniamo d’occhio anche la formazione delle liste». Ci saranno sorprese?

«È un grande calciomerc­ato applicato alla politica. Chiunque si sente all’altezza di fare il deputato o il senatore. L’idea è: “Se lui ha fatto il ministro, posso farlo io”. Io resto un sostenitor­e del profession­ismo nella politica».

Non è cambiata la squadra: Makkox, Missouri 4, la band di Roberto Angelini.

«La forza è il lavoro di squadra, il gruppo che continua a raccontare l’attualità con l’amalgama dei nostri strumenti: i social, reportage, la musica, i disegni, gli spiegoni di Damilano e Schianchi». La par condicio anche per i giornalist­i?

«Non si è riusciti a far rispettare con efficacia quella per i politici; complicare ulteriorme­nte le cose ascrivendo i giornalist­i ad “aree culturali” tutte da definire mi pare uno schizofren­ico, inutile esercizio di stile».

 ??  ?? Alla guida Diego Bianchi, il cui pseudonimo è «Zoro», è nato a Roma, il 28 ottobre del 1969. Oltre che conduttore è anche regista e attore
Alla guida Diego Bianchi, il cui pseudonimo è «Zoro», è nato a Roma, il 28 ottobre del 1969. Oltre che conduttore è anche regista e attore

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy