Lo scienziato europeista tallona il filorusso al ballottaggio
Lo scienziato filoeuropeo riuscirà a scalzare nel Castello di Praga il politico di lungo corso amico di Putin? Il primo round se l’è aggiudicato il presidente uscente Milos Zeman, l’ex comunista anti Europa che guarda a Mosca e Pechino. Nelle elezioni presidenziali di ieri e venerdì ha rastrellato il 38,6% dei voti, davanti all’outsider Jiri Drahos (26,3%), il professore universitario ed ex presidente dell’Accademia delle Scienze, al suo debutto politico. Ma la resa dei conti ci sarà il 26 e 27 gennaio, in un ballottaggio dall’esito per nulla scontato. Perché Drahos — 68 anni, una moglie, Eva, due figlie, due nipotini e una passione per la musica — potrebbe avvantaggiarsi dell’effetto polarizzazione: alcuni ex rivali nella corsa alla presidenza, come l’ex premier Topolanek, hanno già invitato i loro sostenitori ad appoggiare il professore.
Il presidente ceco ha una grande influenza sulla direzione della politica interna. La riconferma di Zeman — 73 anni, sposato in seconde nozze con la sua segretaria Ivana, e due figli avuti dal primo matrimonio — significherebbe rinsaldare l’asse con il premier Andrej Babis, il populista miliardario anti immigrati, detto il «Trump ceco», vincitore delle politiche a ottobre, ma il cui governo non è ancora riuscito a ottenere la fiducia in Parlamento. Molti temono che un rafforzamento di questo asse possa mettere il Paese su un crinale anti democratico
Il sorpasso possibile Della polarizzazione dei voti al secondo turno potrebbe beneficiare lo sfidante Drahos
simile a quello intrapreso da Ungheria e Polonia.
Jiri Drahos invece ha messo in chiaro che non sosterrà mai un premier come Babis, «macchiato dalle accuse di frode per 2 milioni di euro ai danni dell’Ue» (avrebbe finanziato con fondi europei la sua holding agrochimica). Drahos si propone come garante dell’«autorità morale» contro un presidente che promuove un «clima di volgarità, incompetenza e corruzione», ha detto il professore alludendo al linguaggio spesso sboccato del suo rivale. Che ieri non si è smentito: ha invitato i suoi sostenitori ad andare a votare al secondo turno «portando con sé amici, amanti e prostitute».
In gioco in questo voto c’è anche la posizione di Praga in Europa, e il ruolo del Paese tra Alleanza Atlantica e Mosca. Zeman è un grande sostenitore degli interessi russi: nel 2014 ha appoggiato l’annessione della Crimea ed è sempre stato uno dei più strenui avversari delle sanzioni anti Putin. L’accademico invece intende rafforzare l’orientamento pro-Occidente.