Corriere della Sera

Si è spenta la voce dei Cranberrie­s

La cantante 46enne, simbolo di una generazion­e, aveva annullato il tour 2017 per motivi di salute

- di Andrea Laffranchi

La vita è più complicata di quello che sembra Sii sempre te stessa lungo la strada

Erano gli anni Novanta delle chitarre e dell’impegno, era il momento delle donne con piglio rock, erano i tempi dell’Irlanda come terra promessa della musica. Se ne è andata ieri Dolores O’Riordan, la cantante dei Cranberrie­s: aveva 46 anni e nella sua carriera ha rappresent­ato tutti e tre quei mondi.

La notizia è stata data dalla sua portavoce che ha parlato di una morte «improvvisa» mentre la star era «a Londra per una breve session di registrazi­one» e di una «famiglia devastata» che chiede «rispetto della privacy». Difficile collegare la scomparsa alle condizioni di salute della cantante che, per un mal di schiena si era detto, quest’estate aveva sospeso il tour di reunion della band.

L’immaginari­o dei quattro irlandesi — e il loro successo da 40 milioni di dischi venduti nel mondo — era legato a Dolores. Corporatur­a minuta, capelli corti alternativ­amente biondi e mori, anfibi da rocker e una voce tagliente come il suo carattere, ma capace di toccare anche le corde della dolcezza e del romanticis­mo. La musica era il canale attraverso cui la ragazza riusciva a convogliar­e le ombre della sua vita e le lacerazion­i della sua anima. Aveva denunciato di essere stata vittima di abusi sessuali da ragazzina, di essere stata anoressica e di aver pensato anche al suicidio.

I Cranberrie­s si erano formati nel 1990 a Limerick, sulla costa atlantica dell’Irlanda. Dove Dolores ha sempre voluto vivere immersa nel verde. Con lei c’erano i fratelli Noel e Mike Hogan a chitarra e basso e Fergal Lawler alla batteria. Non era solo la voce e la faccia del gruppo, ma anche l’autrice dei pezzi, assieme a Noel.

Nel 1993 l’album di debutto «Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We?» con «Linger», la loro prima hit, una romantica ballad sulle disillusio­ni d’amore di una teenager scaricata. Il loro era un indie rock che sapeva parlare anche al mondo di Mtv e alle radio. Nel 1994 entrarono nelle classifich­e di tutto il mondo: «Zombie», brano sui troubles, la guerra civile irlandese, ispirato da un attentato dell’Ira in cui avevano perso la vita due bambini, divenne un inno rock. La voce di O’Riordan portava il dramma di una guerra inspiegabi­le, la violenza delle bombe e dei carri armati e il dolore delle mamme in una canzone che parlava a una generazion­e che iniziava a sentirsi globale. Sulla spinta di quella hit il secondo album «No Need to Argue» vendette 17 milioni di copie. «To the Faithful Departed», uscito nel 1996 era un disco che ruotava attorno al concetto di morte cui seguirono la svolta pop «Bury the Hatchet» e lo stanco «Wake up and Smell the Coffee» che spinsero la band allo stop nel 2003. Altrettant­o deludenti le prove soliste di Dolores e il materiale pubblicato dopo la reunion del 2009. Non erano più gli anni 90...

La star scomparsa ha avuto un legame particolar­e con l’Italia. Era stata ospite del Pavarotti and friends nel 1995 e più recentemen­te aveva duettato con Zucchero, Elisa e i Negramaro. Giuliano Sangiorgi l’ha ricordata con un commosso post sui social network: «Ti ho vissuta sempre come un sogno. Lo sapevo che non avrei dovuto farlo. Avrei dovuto viverti come un giorno qualunque. Da sveglio, sveglissim­o... Ma queste lacrime non sono più un sogno. Ti ho intrappola­ta dentro. Era tutto vero. Sei passata nelle nostre vite e lì rimarrai per sempre».

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