La svolta eco di Marchionne
«Le case hanno meno di un decennio per reinventarsi». «Una donna dopo di me? Troppo presto»
Marchionne cambia idea: «Entro il 2025 più della metà delle auto sarà eco».
A Detroit Sergio Marchionne ha parlato di cose concrete. Il piano industriale che presenterà a Balocco, il 1° giugno, non è il suo piano ma quello di un team che avrà un leader, ossia il nuovo amministratore delegato. La comunicazione del suo nome sarà decisa dal board che stabilirà il momento opportuno per darne l’annuncio. Una cosa è certa: il manager è già all’interno del gruppo, ha lavorato a stretto contatto con Marchionne in questi anni, conosce i meccanismi necessari per non disgregare il lavoro svolto dal 2004, anno nel suo arrivo nell’allora Fiat. Marchionne ha escluso che sia una donna: «No, l’avrei scelta volentieri ma non c’è. È troppo presto».
Un’attività che consentirà anche di chiudere le perplessità italiane in termine di piena occupazione. Marchionne senza esprimersi sul clima elettorale, chiede solamente di avere certezze su chi governa. Auspica che la politica del nostro Paese sappia dare segnali sicuri a cui il sistema industriale sia in grado di rispondere, inutile l’abbassamento delle tasse se l’industria non ha la forza immediata di praticare uguali sforzi. Ci deve essere una coesione parallela, Fca non chiede nulla, si aspetta che l’Italia sia risanata, che esca dal ghetto di essere il terzo paese al mondo più indebitato.
L’esempio arriva proprio dagli Stati Uniti, dove le agevolazioni fiscali hanno permesso di investire un miliardo di dollari risparmiato nell’impianto americano del Michigan, per costruire il Ram che prima veniva prodotto in Messico, e di distribuire 2.000 dollari ai dipendenti. Gli stabilimenti in Italia costituiscono un’eccellenza, sono in grado di assemblare ogni tipo di modello, sia ibrido che elet trico, le piattaforme sono già pronte. Marchionne ha detto che entro il 2025 «meno della metà» delle auto prodotte nel mondo sarà elettrica o ibrida: «Le case automobilistiche hanno meno di un decennio per reinventarsi».
Per quanto riguarda le alleanze, non vi è nulla in atto: Fca può andare avanti da sola.
Marchionne lascia alla fine del 2018 un gruppo senza nessuna zavorra, libera di gestire le cooperazioni che ha in atto, di costruirne nuove, senza per questo arrivare in mani cinesi: difficilmente potrà essere accettato dagli americani che un marchio come Jeep finisca in terra asiatica. Il brand oggi ha un valore superiore a quello di Fca, può essere contabilizzato in 40 miliardi ma, in un futuro prossimo potrà triplicarsi anche se la sua forza rimane nell’unione con gli altri marchi.
Da escludere in questo momento la sua scissione, mentre avverrà per Magneti Marelli entro il 2018. L’Alfa Romeo sta compiendo il percorso stabilito, ha bisogno ancora di tempo per decollare, in particolare di un altro suv, dopo lo Stelvio.