Il medico-consulente del blog: slogan semplicistici, serve prudenza
«Abolire una legge dello Stato non è come togliersi un sassolino dalla scarpa. Bisogna andarci piano con le dichiarazioni. Sono favorevole al principio della libertà di scelta solo se applicato secondo un piano attento e prudente».
Guido Silvestri consulente esterno, indipendente e non retribuito del M5S («e mai lo sarò», puntualizza) è in Italia per una serie di incontri con colleghi medici. Sulla rivista
Nature è appena uscito un suo lavoro sulla scoperta di due geni validati, associati alla resistenza all’Aids. Eppure le vicende italiane non lo lasciano indifferente. La scorsa settimana l’immunologo dell’Emory University, in Georgia, origini marchigiane, ha pubblicato un nuovo post sul blog di Beppe Grillo dove chiarisce la sua posizione.
Di Maio e Salvini sono contro l’obbligo vaccinale della legge Lorenzin. E lei?
«Io sono contro slogan semplicistici del tipo se vinco cambio la legge oppure chi è contro l’obbligo è ostile alle vaccinazioni. Smettiamola di banalizzare su un tema così importante»
Cosa cambierebbe dell’attuale sistema?
«Si può tornare indietro solo gradualmente e con certi passaggi. La profilassi antimorbillo andrebbe comunque all’inizio mantenuta per i bambini fino a 5 anni, poi occorre lasciare clausole di salvaguardia che permettano di ripristinare forme di coercizione in caso di epidemia, come è adesso. Le mie proposte addirittura sono più severe di quelle della legge Lorenzin. In situazioni di emergenza si dovrebbe introdurre l’obbligo anche per gli operatori sanitari».
Qual è il modello ideale?
«Un sistema di adesione volontaria e consapevole da parte dei cittadini come è in Svezia. La volontarietà dovrebbe includere anche i 4 vaccini che erano obbligatori ancor prima della riforma del 2017, mi riferisco a antipolio, tetano, difterite, epatite b. La gente ha pensato che solo questi fossero importanti e che invece i raccomandati non servissero a nulla. La confusione fra i due meccanismi ha determinato allontanamento. Ritorniamo alla consapevolezza».