Assedio di Maduro: ucciso l’agente anti regime
«C i stanno uccidendo». Il volto coperto di sangue e quattro video postati su Instagram, poi rimossi. È finita ieri la corsa di Oscar Perez (foto), il poliziotto attore che il giugno scorso ha sfidato il regime di Maduro sorvolando il ministero dell’Interno e la Corte suprema a colpi di arma da fuoco e granate. Dopo una giornata di assedio nella periferie di Caracas, dove sono intervenute le forze speciali venezuelane e la guardia bolivariana, in serata è arrivato il comunicato del ministero degli Interni. «Abbiamo ucciso i membri della cellula che hanno opposto resistenza e arrestato cinque di loro». Poi, due agenti morti e numerosi feriti. E in serata la conferma che «fonti ufficiali di alto livello» hanno dato al canale spagnolo della Cnn: Perez è stato ucciso. Eroe per l’opposizione, terrorista per il regime, il «Rambo dagli occhi azzurri», grazie al suo seguito in rete e alle sue azioni spettacolari, nell’ultimo anno era diventato un simbolo della resistenza anti chavista. A metà luglio in un’intervista aveva annunciato come diversi militari fossero pronti a schierarsi al suo fianco mentre il malcontento aumentava. Poi, sempre su Twitter, aveva rivendicato un attacco a otto soldati «La tirannia si combatte con il fuoco, siamo in guerra con il governo illegittimo», scriveva. Parole che non devono essere piaciute per niente al presidente Maduro. E che gli sono costate la vita.