Napoli, un’altra aggressione. Oggi il vertice
Un sedicenne, preso a pugni da una banda di ragazzini, è finito in ospedale con una frattura al naso Torna a scuola il 17enne accoltellato prima di Natale: «Mi mancava». Arriva il ministro dell’Interno
Probabilmente Arturo avrebbe preferito che il ritorno a scuola fosse una cosa soltanto sua e dei suoi compagni che lo aspettavano per abbracciarlo, e infatti quando si è trovato davanti un muro di telecamere lo ha anche detto: «Sono imbarazzato».
Ma ormai gli tocca così. Pure se ha solo 17 anni, e le cicatrici ancora fresche per le coltellate inferte circa un mese fa da una banda di teppistelli della sua stessa età e anche più piccoli, ogni passo che fa ha grande risonanza mediatica. E certo il ritorno tra i banchi non poteva essere da meno.
«Mi è mancato tutto, anche il portone della scuola — dice sorridendo —. In queste settimane mi ha aiutato tanto la mia famiglia che mi è stata vicina, ma anche io mi sono sforzato di superare la situazione». All’esterno della scuola c’è sua mamma, Maria Luisa Iavarone, che manda un messaggio al ministro Minniti in vista del vertice sulla sicurezza in programma oggi pomeriggio e gli fa sapere che vorrebbe incontrarlo. Poi va a fare visita alla mamma di Gaetano, il 15enne pestato da un gruppo di ragazzini nei pressi della stazione della metropolitana di Chiaiano e costretto a subire l’asportazione della milza. E mano nella mano le due donne rilasciano altre interviste.
Mentre tutte queste immagini rimbalzano dai tg ai siti web, il bollettino delle aggressioni firmate da bande di minorenni si allunga con un altro episodio, avvenuto sempre nei pressi di una fermata della metro, stavolta quella del Policlinico. L’altra sera, poco dopo le 21.30 un sedicenne si è ritrovato circondato da un gruppo di ragazzini all’incirca della sua stessa età. Scena ormai solita: prima gli sfottò, poi gli insulti, e alla fine i pugni. Stavolta per il ragazzo, ritrovatosi da solo contro almeno quattro o cinque, è finita con il naso rotto. E a polizia e carabinieri, che a Napoli di criminalità «adulta» ne hanno già parecchia da contrastare, toccherà ancora una volta andare a cercare testimoni che non si trovano mai, e poi raccogliere i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona e cercare di individuare gli autori. Che poi queste indagini possono finire al massimo con una denuncia a piede libero, perché se non vengono provocate lesioni tali da far scattare l’accusa di tentato omicidio, nessun minorenne finisce in carcere.
Delle iniziative da adottare contro questa emergenza si parlerà oggi in prefettura. A soluzioni di più ampio respiro ha fatto invece cenno il sindaco Luigi de Magistris che parlando «da ex magistrato», chiede che sia messo «in campo lo Stato», che ci sia «certezza della pena e reazione della collettività». Altrimenti, aggiunge de Magistris, «rischiamo che Arturo e gli altri non siano gli ultimi ma i tanti di una lunga serie».
Nel corso di una intervista radiofonica (Effetto giorno su Radio 24) il procuratore presso il tribunale per i minorenni di Napoli, Maria de Luzenberger, ha parlato, invece, di «gravissima emergenza sociale oltre che criminale». Il magistrato ha fatto riferimento soprattutto ad alcune zone di Napoli: «In certi quartieri, soprattutto della periferia, e in alcuni comuni limitrofi alla città i giovani sono totalmente abbandonati».