Armani, il ritorno del doppiopetto
In velluto, anche a 8 bottoni Fendi: la pelle diventa tessuto
E Armani (ri)creò il doppiopetto. Per giacche e cappotti. In lana o velluto. Con i revers a lancia o sciallati. A quattro, sei e addirittura a otto bottoni. Sicuro, lo stilista, di aver ancora una volta suggerito all’uomo un capo giusto «per andare tranquillo» in ogni occasione. Come dargli torto se poi questa bella memoria del guardaroba maschile è rivista in chiave così contemporanea? Non c’è traccia nella nuova giacca della solennità e della pomposità di un tempo per proporzioni e materiali che le danno una vestibilità fluida, svelta, vera. Un’eleganza sciolta, scanzonata ma sempre decisa, mai banale, sofisticata. Capace di farsi notare senza bisogno alcuno di frivolezze ed eccentricità. E sempre con la sensazione della casualità e del vissuto che ridanno al gesto del vestire maschile quella nonchalance che nell’uomo e all’uomo piace.
Il doppiopetto (vita e spalle che disegnano le nuove fisicità) ma anche i pantaloni sempre morbidi, mai asciutti e irritanti, aggiornati alle forme cargo e jogging, spesso stretti alla caviglia e rimborsati dentro a stivali robusti. I cappotti over, lunghi, avvolgenti ma con piglio quasi militare. Come i bomber. I pullover jacquard. Le camicie che nel collo hanno un filo di metallo che può sparire. I trench vestaglia. I montoni importanti. E quel finale per un’infinita variante di smoking attualizzati in velluti (il tessuto «principe» come lo ha definito lo stilista) neri, marroni, verdi profondi che non tradiscono la filosofia di Armani di rendere naturale il dialogo fra abito e corpo troppo spesso, ultimamente, reso da alcuni incomprensibile a chi non vive di sola moda. E non passa certo inosservato il grande lavoro di osmosi tra lo sportivo e il formale per arrivare a un unico moderno, senza distinzioni di età e situazioni.
Mirabilie in montone sulla passerella dell’immaginario aeroporto di Fendi. Sul tapis roulant girano valigie e borsoni e porta-enfant super logati mentre escono questi viaggiatori super-sofisticati vestiti giustappunto di cappotti e montgomery e bomber e anorak di shearling intagliati: il più incredibile (sono occorre decine e decine di ore di lavoro) è ad effetto Principe di Galles. E poi blouson di visone e piumini e giacche squadrate, felpe e lupetti. «Conditi» da accessori che si fanno notare: shopping di gomma, tracolle per le fotocamere ed eccentrici ombrelli-cappelli. Le doppie FF ovunque, interpretate anche nei collage dell’artista @hey reilly che ha creato collage digitali poi stampati su giacche di nylon reversibile.
In viaggio pure il nuovo (giovane) uomo di N°21. Meta: i luoghi assolati e desolati di una certa California. I colori di quei paesaggi (i bruciati, i sabbia, i rossi) si ritrovano nei cappotti e nei parka, nei piumini e nei tartan, nei bomber e nei pullover. Capi basici che Alessandro Dell’Acqua rende vissuti trasformandoli: ora imbottendoli di peluche, ora profilandoli di nastri, ora stropicciandoli, ora tagliandoli al vivo o doppiandoli di neoprene. È una collezione d’istinto, sincera e attuale.
È diventato invece un bravo ragazzo l’ex skater/surfista/ parkour-boy di Msgm, non per necessita ma perché Massimo Giorgetti, lo stilista, ha deciso di mandarlo all’università e di renderlo un po’ più serio. Casting solo negli atenei della città e show in Statale: felpe e t-shirt «University of Casuality» e poi scritte rubate qua e là dai muri della aule, dei corridoi, dei bagni. Abiti maschili indossati con tanto di chiassose cravatte, jeans, piumini, pile, giacche a vento, camicie di seta, panta jogging: tutto è rivisito in chiave «per bene». La svolta ci sta, anche se perde un po’ della spontaneità con cui i ragazzi oggi si vestono.
Da Pal Zilieri debutta Rocco Iannone, 33 anni, e le idee molto chiare. Promette di dire la sua su più di un argomento. A cominciare dal cappotto che racconta essere il suo capo feticcio per la sua forza nel rendere elegante chiunque. E ne manda in passerella addosso ai modelli, forse un po’ tropo lenti e solenni nell’incedere, molte variazioni: in tartan, cashmere, alpaca, montone. E poi giacche disinvolte. Maglie voluttuose. E pantaloni maschili, con le pince, in lane o velluto, apparentemente classici in realtà proporzionalmente vicini ai più giovani baggy.
La paletta colori è molto azzeccata: testa di moro, blu notte, verde bosco, marroni bruciati, rosa. C’è grande raffinatezza negli accostamenti. E gentilezza nel proporsi.
Giorgio Armani L’abito doppiopetto a 6 bottoni in velluto con vestibilità fluida per un’eleganza sciolta