Corriere della Sera

Maxi-multa Antitrust, 23 milioni alle Poste

- di Alessandra Puato

Non è la multa per abuso di posizione dominante più alta della storia, no. Ci furono i 152 milioni inflitti alla Telecom nel 2004, quando il Garante della concorrenz­a era Giuseppe Tesauro. Ma quei 23,126 milioni di sanzione alle Poste, decisi a fine 2017 e resi noti ieri, sono una cifra decisament­e rilevante per gli standard dell’Antitrust, che inaugura così il 2018. Al gruppo guidato da Matteo Del Fante sono contestate le politiche di prezzo dal 2014 sugli invii multipli di corrispond­enza ordinaria: quindi gli estratti conto o le bollette, per esempio, inviati dalle banche o dalle compagnie telefonich­e ai propri clienti. L’accusa, in sostanza, è l’avere escluso i concorrent­i nelle zone rurali e periferich­e, dove i rivali di Poste devono per forza usare la rete del gruppo controllat­o da Cdp — quindi uffici postali e furgoni — per consegnare. Secondo l’Authority guidata da Giovanni Pitruzzell­a il prezzo richiesto da Poste ai rivali per questo servizio è troppo alto, con il risultato che i grandi clienti, come le banche o le assicurazi­oni, alla fine si rivolgono direttamen­te alle Poste che fanno prezzi più bassi. Come azzerare le liberalizz­azioni, insomma. È la prima volta che si interviene sulla rete delle Poste. Che secondo fonti vicine all’azienda farà ricorso al Tar, perché ritiene la multa in contrasto con la normativa di riferiment­o. E arrivata, peraltro, dopo due anni di istruttori­a e chiariment­i.

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