Le cucine Snaidero in bilico tra Dea Capital e la proposta cinese
Settimana della verità per Snaidero, celebre marchio di cucine da tempo in difficoltà finanziarie. Il consiglio di amministrazione dell’azienda friulana guidata da Edi Snaidero deve decidere se cedere il controllo dell’azienda a un gruppo cinese, a cui è stata accordata un’esclusiva che scade il 21 gennaio. O lasciarla in mani italiane, ma non quelle della famiglia fondatrice. Il potenziale compratore dell’Impero di mezzo? All’inizio si era parlato del produttore di elettrodomestici per cucina, Zhejiang Meida Industrial, ma il nome non trova conferme ufficiali. Altre indiscrezioni indicano un gruppo immobiliare, che vorrebbe allestire le case che costruisce in Cina con le cucine Snaidero.
La scelta non è facile. All’inizio dell’anno è tornata alla carica Dea Capital, la società di investimenti che fa capo alla De Agostini, che aveva già avuto un periodo di trattative in esclusiva, terminato a fine ottobre con un nulla di fatto, a causa dei ritardi del suo nuovo fondo che avrebbe dovuto acquisire i crediti deteriorati di aziende Made in Italy, tra cui Snaidero. A quel punto la palla è passata ai cinesi.
Il 28 dicembre, però, il nuovo fondo di Dea Capital Alternative Funds (CcrII) ha acquistato la maggioranza del debito a medio e lungo termine di Snaidero da un pool di banche e perciò si è fatto avanti un’altra volta per il controllo dell’azienda friulana, con l’obiettivo di rilanciarla, come è nella filosofia del fondo. «Abbiamo acquistato il credito di Snaidero e restiamo fortemente interessati all’investimento e a rilevare il controllo della società per darle un’opportunità di rilancio e valorizzazione — dice al Corriere Vincenzo Manganelli, managing director del fondo IDeA Ccr II — In ogni caso siamo fiduciosi per il futuro dell’azienda in quanto due proposte, in fase di analisi del consiglio di amministrazione della Snaidero, garantiranno il rilancio industriale della società». Fra pochi giorni lo showdown.