Corriere della Sera

Una firma che non si cancella Le leggi razziali e il genocidio

- di Paolo Conti

«L’indifferen­za è il male maggiore. Non provare più sdegno perché la tragedia della Shoah si allontana nel tempo è un primo segno di debolezza. Di fronte a episodi molto gravi che hanno visto protagonis­ti alcuni nostri concittadi­ni, il dovere della memoria è ancora più attuale». La sottosegre­taria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, presenta il vasto calendario di iniziative del Comitato di coordiname­nto per le celebrazio­ni in ricordo della Shoah, patrocinat­e da Palazzo Chigi per il Giorno della Memoria, che si celebra ogni anno il 27 gennaio in ricordo dell’apertura dei cancelli di Auschwitz nel 1945.

Boschi insiste più volte sull’espression­e «vergogna delle leggi razziali» perché il 2018 rappresent­a un tragico anniversar­io che coinvolge la storia passata delle nostre istituzion­i statali: gli ottant’anni dall’entrata in vigore delle leggi razziali (molti intellettu­ali ebrei vorrebbero adottare ufficialme­nte il termine «razziste») volute nel 1938 dal regime fascista su imitazione delle feroci persecuzio­ni naziste allora già cominciate, e sottoscrit­te per la promulgazi­one da re Vittorio Emanuele III. Una ferita atroce e indelebile nella storia di questo nostro Paese.

Del penultimo sovrano di casa Savoia, che affidò a Mussolini l’incarico di formare il governo dopo la marcia su Roma nell’ottobre 1922, scegliendo di non proclamare lo stato d’assedio, si è discusso recentemen­te: poco prima di Natale la sua salma e quella di sua moglie, la regina Elena, sono rientrate in Italia e sono state sepolte nel santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo. Il mondo ebraico ha protestato duramente, sottolinea­ndo la coincidenz­a con l’anniversar­io. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), ieri ha annunciato che la parola chiave degli appuntamen­ti del 2018 «sarà la “correspons­abilità”. Quel che accade era tutto perfettame­nte legale e corrispond­ente al formalismo del principio della legalità, ma contrario al diritto naturale». Nel segno di questa «correspons­abilità» delle istituzion­i nell’indegno capitolo delle leggi razziali, Vittorio Emanuele III sarà formalment­e processato dopodomani, giovedì 18 gennaio, per quella sua firma durante una rappresent­azione teatrale nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica. «Il Processo», un progetto di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, per la regia di Angelo Bucarelli, con la voce narrante di Marco Baliani e a cura di Elisa Greco, prevede un vero dibattimen­to. Re Vittorio Emanuele III sarà interpreta­to dall’avvocato Umberto Ambrosoli, il procurator­e militare Marco De Paolis sarà il pubblico ministero, l’avvocato Giorgio Sacerdoti incarnerà la parte civile, la Corte sarà composta dall’ex ministro Paola Severino, oggi rettore della Luiss, dal componente togato del Consiglio superiore della magistratu­ra Rosario Spina e dal magistrato Giuseppe Ayala. E poi i testimoni: Piera Levi Montalcini, Federico Carli, Annita Garibaldi, Carla Perugia Della Rocca, Lorenzo Del Boca, Enrico Giovannini, Matias Manco, Giovanni Rucellai, e il direttore de «La Stampa» Maurizio Molinari.

Sarà insomma un processo a quella parte della società civile italiana che prima emarginò i cittadini ebrei e poi favorì la loro deportazio­ne e morte nei campi di sterminio. «Il Processo» comincerà con la prima mondiale della Ballata di Mario Castelnuov­o Tedesco, costretto a emigrare negli Usa per le leggi razziali, interpreta­ta dalla violinista Francesca Dego e dalla pianista Francesca Leonardi. «Il Processo» ha avuto il contributo del gruppo SaliniImpr­egilo, di Acea, della Fondazione Gariwo e del Cidim.

Tra gli altri appuntamen­ti del Giorno della Memoria, la mostra sulla persecuzio­ne degli ebrei in Italia alla Camera di commercio di Napoli, i due appuntamen­ti — a Roma e a Milano — sul negazionis­mo dalla Shoah a Internet, la rappresent­azione al conservato­rio «Giuseppe Verdi» di Milano dello spettacolo Destinatar­io sconosciut­o per la regia di Rosario Tedesco, la Corsa per la Memoria a Bologna il 28 gennaio. Il calendario completo si trova sul sito ucei.it.

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Una copertina della rivista «La Difesa della razza» (Massimo Sestini)

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