Meduse, biciclette, neon. L’arte affronta il domani (incerto)
Everything is going to be
alright. «Andrà tutto bene». Martin Creed nella sua opera (2013) racconta un futuro possibile: la scritta luminosa è posta sulla facciata della British School di Roma, un edificio dall’aspetto arcaico. Il suo presente sembra non fidarsi del futuro. L’installazione di Creed è una delle opere accolte nella mostra Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà, fino al 4 febbraio nel nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli di Bologna, curata da Giovanni Carrada per la parte scientifica e da Cristiana Perrella per quella artistica. Oltre a inaugurare il nuovo polo, la mostra è l’ultima di sette esposizioni che, dal 2010, hanno indagato i temi forti della contemporaneità.
Il Centro Arti e Scienze — 700 metri quadrati di progettazione a firma Mario Cucinella Architects — nasce come spazio di «immaginazione e sperimentazione» e completa la cittadella per la conoscenza e la cultura Opificio Golinelli, proponendo un’agenda di iniziative formative per giovani. Il Centro ha la vocazione di rifondare un dialogo tra arte e scienza, seguendo il principio della Fondazione Golinelli: formare ragazzi (e futuri cittadini) alla crescita intellettuale ed etica.
Centro e mostra partono dunque dall’idea di futuro per dare forma all’incertezza di fronte all’imprevedibile. Con l’idea di raccontare il domani hanno risposto alla chiamata artisti contemporanei (tra questi, Flavio Favelli, Martino Gamper, Ryoji Ikeda), suddivisi in sei sezioni differenti.
Ogni artista racconta lo stato d’indeterminatezza di questo momento storico, fatto di cambiamenti rapidissimi e imprevedibili: Tue Greenfort, per esempio, lo fa con le sue grandi meduse in vetro (Periphylla VII, 2016), per denunciare i cambiamenti climatici in Norvegia, l’opera-video di Christian Jankowski cerca di indovinare il futuro interrogando cartomanti televisivi e Olafur Eliasson (con Frederik Ottesen) prova a presentare l’avvenire con un progetto di imprenditoria sociale: la Little Sun, lampada-girasole a energia solare ideata per popolazioni che non hanno accesso all’elettricità. Mentre il totem di biciclette di Ai Weiwei, Very Yao (2008), guarda al futuro rivolgendosi al passato: il concetto di tradizione (la bici) minacciato dal cambiamento frenetico (l’avvento dell’auto) è per l’artista cinese un esempio per evitare gli errori irreparabili.
Il passato, dunque, come àncora di salvezza per il futuro. E anche se questo non si lascia prevedere, everything is going to be alright. Se lo attendiamo con consapevolezza.