Rito e qualità La gara dei dieci in Colombia in onore del caffè
Il caffè di qualità per lui è sempre stato un chiodo fisso, la sua ragione di vita. Lo ama, lo studia, lo lavora, lo vende. E il titolo di campione italiano di caffetteria vinto per tre anni di fila sembra esserne più la logica conseguenza che il premio. Da qualche anno, però, Francesco Sanapo, leccese ma fiorentino d’adozione, ha trasformato la sua passione in qualcosa di concreto. Ha aperto a Firenze Ditta Artigianale (torrefazione e due caffetterie), dove la degustazione dei migliori
specialty coffee (che vende anche in Europa, Stati Uniti e Giappone) assomiglia quasi a una cerimonia orientale. Ma soprattutto, cercando la chiave per parlare di grande caffè a un grande pubblico, si è inventato Barista & Farmer, (online su baristafarmer.com e sostenuto, tra gli altri, da Sigep e Lavazza), un talent - reality, che a maggio (dopo Puertorico 2013, Honduras 2015 e Brasile 2016) porterà in Colombia i dieci finalisti scelti da una commissione di esperti tra oltre 250 candidati (ci sono anche un’islandese, un cinese e una napoletana che parla bene inglese, spagnolo e portoghese). I dieci dovranno cimentarsi con tematiche di botanica, agronomia, tostatura ed estrazione del caffè. «Perché il talent è nato proprio per diffondere una cultura che, anche tra gli addetti ai lavori, va rinnovata, basta vedere la poca cura dedicata al caffè anche in molti ristoranti stellati — dice Sanapo — . Bisogna risvegliare il genio italiano, che ha prodotto la prima macchina per espresso e inventato la ritualità basata sulla qualità. E incuriosire il cliente». Il prezzo giusto per un ottimo caffè? «La tazzina a un euro è uno scandalo. Visto il lavoro duro e complesso che ci sta dietro, un caffè, pregiato, “vero”, preparato e servito da un barista adeguatamente formato, dovrebbe costarne almeno 2».