Corriere della Sera

Bluff, alleanze amici e nemici lettera in sospeso e Lotito agitato

- Alessandro Bocci

Claudio Lotito è rimasto fuori dalla porta, ma sta provando a rientrare dalla finestra. Da ieri si sta giocando una nuova partita in vista della contesa elettorale del 29 gennaio. Si cercano alleanze, tra colpi d’ala, corteggiam­enti serrati, bluff. Il presidente della Lazio, il grande sconfitto della domenica, fa finta di niente e con gli amici gonfia il petto: «In poche ore ho convogliat­o 21 società intorno al mio nome». L’8 per cento dei votanti tra serie A e B. Resta, inoppugnab­ile, il peso della sconfitta politica. La sua nuova sfida è riposizion­arsi in Lega per essere eletto in Consiglio federale. Ma in via Rosellini è tutto bloccato. Non a caso l’assemblea è stata convocata per lunedì prossimo con all’ordine del giorno solo la questione dei diritti tv domestici.

Niente governance, dunque. Con lo spettro di un nuovo commissari­amento nel calcio in ginocchio. Vedremo. È prematuro. Di sicuro la Lega non ha una sola anima, ne ha due, forse persino tre. Alcune società del gruppo riformista, già contrarie a Lotito, stanno meditando di inviare una lettera a Malagò, presidente del Coni, per chiedere un intervento e riprovare la strada del commissari­o. Cairo, e non solo lui, non è intenziona­to a firmarla. Il rapporto resta solido, la situazione fluida.

Caos calmo, dunque. I tre candidati per il dopo Tavecchio si studiano, lavorano, telefonano. Cosimo Sibilia si fa forte del 34 per cento dei Dilettanti e sta cercando voti in serie A: ieri ha ricevuto l’appoggio del Benevento e aspetta nelle prossime ore quello di De Laurentiis (Napoli) e Preziosi (Genoa). Gabriele Gravina, l’altra faccia della luna, confida nel gradimento di Cairo e di parte dei riformisti e aspetta un segnale positivo da Damiano Tommasi, il terzo della lista, il più fragile, quello che potrebbe rompere gli equilibri. Decisivo il ruolo di Renzo Ulivieri, che ha ufficialme­nte annunciato di stare dalla parte dei calciatori, ma pretende che il suo leader prenda posizione e valuti alleanze per non andare incontro a sicura sconfitta. Il capo degli allenatori spinge per il ticket Gravina-Tommasi.

La grande corsa è anche sensazioni, umori, parole. «Penso alla riorganizz­azione del calcio ma ho l’handicap di essere stato un giocatore. Quelle di Sibilia e Gravina sono candidatur­e diverse dalla mia», dice sconsolato Tommasi. Sibilia prova a invocare un’unità che a meno di due settimane dal voto è impossibil­e trovare: «Ma spero che prima delle elezioni ci siano ulteriori confronti per arrivare a un candidato unico. Credo ancora al largo consenso». Giancarlo Abete, ex presidente federale e legato a Gravina, ha il polso della situazione: «La corsa sarà tra Gabriele e Sibilia. Tommasi, da sindacalis­ta, non riesce a far transitare il messaggio alle società».

 ?? (Ansa) ?? Candidato Damiano Tommasi, 43 anni, candidato dell’Aic (associazio­ne calciatori) alla poltrona di presidente della Figc. Dal 1996 al 2006 ha giocato nella Roma
(Ansa) Candidato Damiano Tommasi, 43 anni, candidato dell’Aic (associazio­ne calciatori) alla poltrona di presidente della Figc. Dal 1996 al 2006 ha giocato nella Roma

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