Var e falli di mano Rizzoli detta la linea «L’arbitro deve riguardare la tv»
Più che per ratificare la contabilità del girone d’andata — comunque estremamente significativa, specie quel dato dell’1% di errori su 1.078 interventi della Var su 210 partite fra serie A e Coppa Italia, la prova oggettiva di un successo visto che senza sarebbero stati il 5,6% — il vertice fra arbitri e allenatori andato in scena ieri al quarto piano del quartier generale milanese della Lega calcio è stato utile per due ragioni: 1) perché sono stati ammessi gli errori, pochi (11, dei quali 7 hanno influenzato il risultato) ma effettivi; 2) perché sono state chiarite le direttive per correggerli, cosa non così abituale in un ambiente storicamente refrattario alla comunicazione, segno che forse qualcosa in questo senso sta cambiando.
All’incontro erano presenti 16 allenatori su 20, 3 club hanno mandato il vice (fra questi il Napoli di Sarri, paladino del no-tech) e uno il team manager (De Sanctis, Roma). Due ore e passa di immagini viste e riviste, di audio campo-camionetta sentiti e risentiti, di statistiche e «di confronti preziosissimi», come ha spiegato il responsabile del progetto Roberto Rosetti, affiancato dal designatore Nicola Rizzoli e da Marcello Nicchi, presidente dell’Aia. Premesso che all’uscita l’unico a dichiararsi «contrario alla Var» è stato Simone Inzaghi («ma bisogna andare avanti») e che Luciano Spalletti ha detto che «tornare indietro sarebbe devastante», il tema principale del dibattito ha riguardato il punto debole del progetto, vale a dire la casistica dei falli di mano. «Nei casi dubbi l’arbitro deve prendersi tutto il tempo e andarsi a rivedere le immagini a bordo campo» ha messo in chiaro Rizzoli. Un riferimento piuttosto esplicito ai recenti clamorosi episodi di Cagliari-Juve e Crotone-Napoli. L’altra direttiva riguarda i tempi di chiamata del fuorigioco: inizialmente i guardalinee attendevano il check dalla Var, ora invece quando hanno certezza devono alzare la bandierina subito.
«Non sarà mai un progetto perfetto, lo sappiamo, ma grazie all’esperienza stiamo migliorando sempre più» le parole di Nicchi. Lo dimostra questo dato: per un cambio di decisione (in totale sono stati 60, uno ogni 3,5 partite) si è passati dai 2’35’’ delle prime tre giornate all’attuale 1’15’’, quindi meno della metà. Merito di procedure più snelle, di arbitri (e tecnici video) più rodati ma anche dell’atteggiamento costruttivo dei giocatori: sono crollati falli (-8,8%), gialli (-18,8% sull’anno scorso), gialli per proteste (-14,1%), simulazioni (-23%) ed espulsioni (-21,6%, zero per proteste contro i 5 di un anno fa) mentre sono cresciuti i rigori (+5,5%). Carlo Tavecchio, presente in veste di presidente federale dimissionario e di commissario di Lega, dopo aver spiegato che la Fifa ha individuato Coverciano come «centro pilota per la Var» ha sorriso orgoglioso: «Siamo un esempio». Almeno in questo, sì.