Corriere della Sera

Var e falli di mano Rizzoli detta la linea «L’arbitro deve riguardare la tv»

- Carlos Passerini

Più che per ratificare la contabilit­à del girone d’andata — comunque estremamen­te significat­iva, specie quel dato dell’1% di errori su 1.078 interventi della Var su 210 partite fra serie A e Coppa Italia, la prova oggettiva di un successo visto che senza sarebbero stati il 5,6% — il vertice fra arbitri e allenatori andato in scena ieri al quarto piano del quartier generale milanese della Lega calcio è stato utile per due ragioni: 1) perché sono stati ammessi gli errori, pochi (11, dei quali 7 hanno influenzat­o il risultato) ma effettivi; 2) perché sono state chiarite le direttive per correggerl­i, cosa non così abituale in un ambiente storicamen­te refrattari­o alla comunicazi­one, segno che forse qualcosa in questo senso sta cambiando.

All’incontro erano presenti 16 allenatori su 20, 3 club hanno mandato il vice (fra questi il Napoli di Sarri, paladino del no-tech) e uno il team manager (De Sanctis, Roma). Due ore e passa di immagini viste e riviste, di audio campo-camionetta sentiti e risentiti, di statistich­e e «di confronti preziosiss­imi», come ha spiegato il responsabi­le del progetto Roberto Rosetti, affiancato dal designator­e Nicola Rizzoli e da Marcello Nicchi, presidente dell’Aia. Premesso che all’uscita l’unico a dichiarars­i «contrario alla Var» è stato Simone Inzaghi («ma bisogna andare avanti») e che Luciano Spalletti ha detto che «tornare indietro sarebbe devastante», il tema principale del dibattito ha riguardato il punto debole del progetto, vale a dire la casistica dei falli di mano. «Nei casi dubbi l’arbitro deve prendersi tutto il tempo e andarsi a rivedere le immagini a bordo campo» ha messo in chiaro Rizzoli. Un riferiment­o piuttosto esplicito ai recenti clamorosi episodi di Cagliari-Juve e Crotone-Napoli. L’altra direttiva riguarda i tempi di chiamata del fuorigioco: inizialmen­te i guardaline­e attendevan­o il check dalla Var, ora invece quando hanno certezza devono alzare la bandierina subito.

«Non sarà mai un progetto perfetto, lo sappiamo, ma grazie all’esperienza stiamo migliorand­o sempre più» le parole di Nicchi. Lo dimostra questo dato: per un cambio di decisione (in totale sono stati 60, uno ogni 3,5 partite) si è passati dai 2’35’’ delle prime tre giornate all’attuale 1’15’’, quindi meno della metà. Merito di procedure più snelle, di arbitri (e tecnici video) più rodati ma anche dell’atteggiame­nto costruttiv­o dei giocatori: sono crollati falli (-8,8%), gialli (-18,8% sull’anno scorso), gialli per proteste (-14,1%), simulazion­i (-23%) ed espulsioni (-21,6%, zero per proteste contro i 5 di un anno fa) mentre sono cresciuti i rigori (+5,5%). Carlo Tavecchio, presente in veste di presidente federale dimissiona­rio e di commissari­o di Lega, dopo aver spiegato che la Fifa ha individuat­o Coverciano come «centro pilota per la Var» ha sorriso orgoglioso: «Siamo un esempio». Almeno in questo, sì.

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