WelfareImprese, l’ultima idea di Confindustria Guida a Fogliani
Nel giro di tre anni sono passate da una decina a una novantina le società che offrono piattaforme per la gestione del welfare dei dipendenti. La compagine è variegata: si va dai broker alle società dei buoni pasto, dalle banche ai consulenti del lavoro, dalle assicurazioni ai professionisti nella gestione delle buste paga. Oltre, ovviamente, alle società nate apposta per cavalcare il nuovo mercato. In questo fiorire di iniziative, si moltiplica anche la rappresentanza. Al fianco dell’Aiwa, associazione italiana welfare aziendale, da ieri è arrivata WelfareImprese, fondata da 9 aziende: Welfare Company, Poste Welfare Servizi, Unisalute (gruppo Unipol), QUI! Group, Repas, Più Buono, Assiteca, Pulsar Risk e Olimpia Agency. A presiedere la nuova organizzazione sarà Chiara Fogliani, ceo di Welfare Company. WelfareImprese entra nella federazione di Confindustria Federvarie. Vien da sé che l’obiettivo dell’associazione è «sensibilizzare il legislatore e l’opinione pubblica nel processo di completamento organico e razionalizzazione della normativa vigente, anche al fine di ridisegnare il sistema delle esenzioni fiscali». In effetti sta proprio qui il nodo della questione: quali benefici in welfare meritano di essere agevolati con i soldi del contribuente? Dalla risposta a questa domanda dipende il futuro del settore.