Corriere della Sera

Waters: «I Pink Floyd? Per me condanna e privilegio»

- Sandra Cesarale

«Non mi aspettavo tutte queste persone», esordisce Roger Waters, bassista e mente dei Pink Floyd, davanti alla folla che ieri ha preso d’assalto il Macro. Con il batterista Nick Mason è a Roma per «The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains» (aperta da venerdì fino al primo luglio), l’antologica che arriva dal Victoria & Albert Museum di Londra e ripercorre l’intera vita della band inglese.

«Non mi importa della nostra eredità né di questa mostra — dice Waters che ha visitato l’esposizion­e ieri per la prima volta e ha ricordato il padre morto durante lo sbarco di Anzio —. Non sono troppo interessat­o a me, a quello che ho fatto trent’anni fa. La mia ossessione è entrare in empatia con gli altri. Mi coinvolgon­o gli individui. L’uomo esiste da 100-150 mila anni ed è apparso per la prima volta in Africa: siamo tutti africani. La storia di oggi è più importante di quella di ieri. Non si può vivere in uno stato di guerra permanente: abito negli Usa e la maggior parte delle tasse che pago viene investita in guerre. Ecuador, Siria, Palestina. Se smettessim­o di concentrar­ci sui telefonini potremmo anche renderci conto che siamo in presenza di un protofasci­smo».

Waters cofondator­e del gruppo, nel ‘65, lo ha abbandonat­o nel 1985. «Far parte dei Pink Floyd è stato un privilegio, ma anche una condanna. È stata una piccola parte della mia vita nella quale ho messo tutto il mio cuore. E sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Ho lasciato il gruppo 32 anni fa ma ne parliamo ancora. È stato difficile per me andare avanti dopo i Pink Floyd, un marchio che ti segna. Ma amo il mio lavoro e sono ancora on the road».

Waters — che porterà la sua opera «Ça ira» al Regio di Torino nel 2020 — tornerà in Italia ad aprile per sei date del tour «Us + Them» nei palazzetti di Bologna e Milano. Poi a luglio tappa a Lucca (l’11) e al Circo Massimo (il 14). «Il coup

de théâtre per tutti i concerti sarà la ricostruzi­one della Battersea Power Station. Porto gli spettatori in un viaggio emotivo nel mondo distopico in cui viviamo, per celebrare il potenziale che hanno per rendere migliore la vita su questo fragile pianeta».

Nei concerti, ai successi dei Pink Floyd si uniranno le nuove canzoni di «Is This The Life We Really Want?». L’album suona come un atto d’accusa nei confronti del presidente Usa. «I governi occidental­i sacrifican­o la vita sulla terra in nome del potere, del nazionalis­mo. L’amministra­zione Trump è una forte rappresent­azione del nichilismo e di una corsa impetuosa verso il precipizio».

Ho lasciato il gruppo 32 anni fa, ne parliamo ancora, ma è stato difficile andare avanti perché è un marchio che ti segna

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Insieme Roger Waters, 74 anni, e Nick Mason (73) ieri all’apertura della mostra

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