Corriere della Sera

Collegi, ecco le previsioni

In Lombardia vince il centrodest­ra 31 a 4. Emilia-Romagna e Toscana al Pd

- Cesare Zapperi

Il centrodest­ra fa il pieno di collegi al Nord e conquista anche il Mezzogiorn­o. Al Pd restano i collegi nelle regioni rosse, Emilia-Romagna e Toscana, mentre il Movimento 5 Stelle è forte nelle isole ed «espugna» Liguria e Marche. È questa la geografia della politica che emerge dalle simulazion­i elaborate nei giorni scorsi dall’istituto Ipsos sui 231 collegi della Camera. Ma i partiti guardano già al dopo voto. Nel centrodest­ra Forza Italia e Lega litigano sulla leadership. Berlusconi: «Salvini? Lo vedrei bene come ministro dell’Interno». Ma il leader leghista: se gli italiani premierann­o la Lega, sarò io il primo ministro.

Al Nord il centrodest­ra, MILANO seppur con un lieve calo, fa il pieno. Al Centro, nelle due principali regioni rosse (Emilia-Romagna e Toscana), il centrosini­stra riesce a strappare ancora un buon bottino ma esce con le ossa rotte nelle Marche. Ma al Sud la partita si riduce ad un duello fra centrodest­ra e Movimento 5 Stelle, con la coalizione guidata dal Pd che deve rassegnars­i a quello che in termini calcistici si definisce «il gol della bandiera».

La geografia politica che emerge dalle simulazion­i elaborate tra il 17 e 18 gennaio dall’Istituto Ipsos sui 231 collegi uninominal­i della Camera (esclusi Valle d’Aosta e estero) ha tinte forti, molto nette, per almeno due terzi del Paese. L’Italia settentrio­nale, tanto per cominciare, assume una forte colorazion­e azzurro-verde. Il vecchio Lombardo-Veneto ha numeri schiaccian­ti per l’alleanza che vede uniti Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia. Nel dettaglio, il centrodest­ra si accaparra 31 seggi su 35 in Lombardia e 16 seggi su 19 in Veneto. Nelle due regioni, quindi, a fronte di un bottino complessiv­o di 51 collegi per Berlusconi & C., centrosini­stra e M5S si devono accontenta­re delle briciole: 7 seggi in tutto, 5 per i primi, 2 per i secondi (i pentastell­ati restano a secco, come tradizione, in Lombardia, che pure è la «terra» di Casaleggio e malgrado la campagna pancia a terra a Milano e dintorni del candidato premier Luigi Di Maio).

Nel resto del Nord, lo scenario è leggerment­e più mosso ma non in maniera significat­iva. In Piemonte il centrodest­ra primeggia in 11 collegi rispetto ai 3 che conquistan­o sia i 5 Stelle che il centrosini­stra. Questo fronte va meglio solo in Trentino Alto Adige, dove c’è una forte tradizione progressis­ta, con 4 collegi rispetto ai 2 del centrodest­ra (niente per M5S). Nella Liguria governata dal forzista Giovanni Toti, ma con una tradizione rossa, è il Movimento 5 Stelle a strappare tre seggi contro i due del centrodest­ra e uno solo del centrosini­stra. In Friuli Venezia Giulia, infine, la coalizione FI-Lega-FdI-centristi si piazza avanti per quattro seggi ad uno con il centrosini­stra, lasciando ancora una volta a becco asciutto i pentastell­ati.

Il Centro Italia cambia colore e assume le tradiziona­li tonalità del rosso. In Toscana, terra di Matteo Renzi, la coalizione progressis­ta secondo la simulazion­e Ipsos potrebbe conquistar­e 11 seggi su 14 (2 al

centrodest­ra e uno al M5S). In Emilia-Romagna, invece, i seggi a portata di mano sarebbero 12 su 17 (3 al centrodest­ra e due al M5S). In queste due regioni si concentra il 70% dei seggi uninominal­i in mano al Pd. In Umbria il bottino di 3 seggi sarebbe spartito fra centrosini­stra (2) e centrodest­ra (1). Tra le regioni centrali si differenzi­ano nettamente Marche e Lazio. Nella prima sono i 5 Stelle a fare la parte del leone con 4 seggi su 6 (uno a testa per gli altri due concorrent­i). Nella seconda la ripartizio­ne è più equa: 11 seggi al centrodest­ra, 7 al M5S e 3 al centrosini­stra.

E poi, ecco il Sud. Qui la sfida si riduce a due competitor: centrodest­ra e M5S, mentre la coalizione renziana sparisce dai radar. In Puglia, Campania, Sicilia e Calabria il fronte moderato è in testa. La differenza è marcata solo nella prima (12 a 5), mentre è meno netta nelle altre. I pentastell­ati vanno bene in Campania, non a caso la terra di Di Maio, e in Sicilia (dove soccombono per 11 a 9). Ancor meglio vanno in Sardegna dove conquistan­o 3 seggi su 6 (2 al centrodest­ra e uno al centrosini­stra). Per i partiti ora al governo, invece, il sud è una Waterloo: solo 4 seggi in 6 regioni.

Sul piano generale, la simulazion­e di Ipsos conferma che non c’è nessuna maggioranz­a in vista, neanche per il centrodest­ra che pure conquister­ebbe in tutto 266 seggi (ma erano 281 a dicembre): ne mancano 50 alla meta. I numeri degli schieramen­ti sono rimasti stabili nelle ultime settimane, c’è qualche lieve scostament­o solo dentro gli stessi. Resta un mese e mezzo di campagna elettorale per incidere. Ma per i tecnici una maggioranz­a autosuffic­iente appare lontana.

I conti Ma la maggioranz­a non c’è. A Berlusconi, Salvini e Meloni mancano 50 deputati

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