Il «terzismo» di Gentiloni
«Assurdo dilapidare i sacrifici, ora bisogna investire sul futuro»
Se la sintonia tra Gentiloni e Renzi sia il caposaldo di un progetto politico, o solo rappresentazione, lo si capirà domani, leggendo il programma elettorale del Pd.
Parla a una platea di ROMA studenti, professori universitari, è l’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss Guido Carli, «un’eccellenza italiana», dice Paolo Gentiloni, che nel suo intervento manda soprattutto dei messaggi agli elettori che si recheranno al voto il 4 marzo: «Non dilapidiamo i risultati che sono stati raggiunti, non è il tempo di scardinare pezzi del nostro sistema, da quello pensionistico a quello fiscale».
Di fronte al premio Nobel Edmund S. Phelps, al presidente e al rettore dell’Università, Emma Marcegaglia e Paola Severino, al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il capo del governo scommette sulla continuità, invita gli italiani a non credere alle dozzine di promesse che stanno arrivando in questi giorni da parte dei partiti: «Non è il tempo delle cicale ma dell’investimento sul futuro, abbiamo raggiunto livelli occupazionali che sono i più alti da quando si fanno statistiche, e abbiamo i conti non in ordine ma molto in ordine». Dunque i risultati ci sono, ma attenzione, sono «costati sacrifici a famiglie, imprese e lavoratori» e «non possono essere dilapidati. Disperderli sarebbe assolutamente irresponsabile».
Insomma, prima delle promesse elettorali mirabolanti occorre ricordare che «tra gli obiettivi della prossima fase politica c’è quello di passare dalla stabilizzazione e leggerissima flessione a una fase di riduzione, graduale e sostenibile ma significativa, del nostro debito pubblico».
Insomma un discorso che insieme è politico, elettorale e istituzionale, e che intende anche rassicurare chi ci ha mosso delle critiche da Bruxelles: «L’Italia è da 70 anni, nonostante la frequenza dei cambi di governo, il Paese più coerente e stabile tra quelli europei e in cui i fondamentali sono più riconoscibili a livello internazionale e dagli investitori, è un Paese che merita fiducia, e la merita soprattutto da parte nostra».
Il capo del governo parla anche di formazione e ricerca, rispondendo ai dati, non sempre confortanti, elencati dai vertici dell’Università: «I numeri non sono tutti felici — dice la Marcegaglia —, la percentuale di italiani in possesso di un titolo di studio terziario è tra le più basse in Europa, con solo il 18% di adulti laureati, metà della media Ocse del 37%. Il gap cresce nelle materie scientifiche, dette Stem, 25% contro 37% della Germania, troppo sotto le richieste del mercato. Le donne si laureano più degli uomini è vero, ma spesso, spiace dirlo, in settori poi penalizzati come occupazione e retribuzione dal mercato».
Eppure per Gentiloni «il Paese ha tutti i mezzi per governare e gestire le sfide che si pongono di fronte a noi, nel mercato del lavoro e con le nuove tecnologie. La Luiss è un’eccellenza romana e penso sia una delle dimostrazioni della qualità e delle potenzialità di questa nostra Capitale». C’è in platea anche il rettore dell’Università di Glasgow, Anton Muscatelli. Per l’occasione viene conferita la laurea honoris causa in management al premio Nobel per l’economia Phelps, che fra gli altri nel suo intervento metterà a fuoco la perdita di produttività, quasi cronica, su più decenni, di molte economie avanzate, dall’Italia alla Gran Bretagna, compresa la Germania.
L’Italia è da 70 anni, nonostante la frequenza dei cambi di governo, il Paese più coerente e stabile tra quelli europei È un Paese che merita fiducia Il nostro Paese ha tutti i mezzi per governare e gestire le sfide che si pongono di fronte a noi, nel mercato del lavoro e con le nuove tecnologie Il discorso alla Luiss Nel messaggio politico e istituzionale il piano sul debito da ridurre in modo significativo