I nostri ragazzi raccontati da D’Avenia
Parte lunedì la rubrica «Letti da rifare» Il professore-scrittore: «A casa e a scuola l’eterna battaglia tra genitori e figli»
Un osservatorio sui ragazzi, «perché c’è sempre qualcosa di sorprendente da scoprire sugli apparentemente irraggiungibili adolescenti». Alessandro D’Avenia, scrittore e docente liceale, racconta così la nuova rubrica settimanale che, da lunedì, terrà sul
Corriere: «Letti da rifare».
Il letto da rifare spesso rappresenta una prima linea di demarcazione della crescita, ovvero segna il momento in cui i genitori iniziano a ritenere il proprio figlio in grado di badare a se stesso. Spesso significa anche che è arrivato il momento di iniziare a confrontarsi su aspetti della vita che prima non erano ritenuti alla portata del ragazzo.
Proprio «Letti da rifare» è il titolo della nuova rubrica che — da lunedì prossimo con cadenza settimanale — terrà lo scrittore Alessandro D’Avenia sulla prima pagina del Corriere della Sera. «Il letto da rifare — spiega D’Avenia, palermitano di 40 anni — segna una prima soglia di passaggio nella vita e sulle colonne del Corriere racconterò l’eterna battaglia che si combatte ogni mattina tra genitori e figli o tra educatori e adolescenti: perché quando si chiede di rifare il letto per la prima volta si toglie ai ragazzi quella onnipotenza di credere che il proprio spazio nel mondo sia dovuto e non vada conquistato. Allo stesso tempo è dura per i genitori chiedere di rifarlo, perché sanno che inizia quella fase che un giorno porterà i figli fuori casa e proveranno rimpianto davanti a quelle lenzuola sempre in ordine».
I libri di D’Avenia, in questi anni, hanno venduto milioni di copie e ottenuto riconoscimenti per l’impegno a favore dei ragazzi. Eppure, malgrado i successi, lui non ha mai abbandonato la sua cattedra di italiano, latino e greco in un liceo privato di Milano. Un lavoro che gli dà un punto di osservazione e di confronto diretto e quotidiano. «La rubrica vuole essere proprio un osservatorio sui ragazzi a casa, a scuola e ovunque si svolga la cruenta e quotidiana battaglia tra attese e pretese degli adulti. Per me, tra corpi e anime di apparentemente irraggiungibili adolescenti c’è sempre qualcosa di sorprendente da scoprire e inventare». Altro che bamboccioni come vengono spesso chiamati. «Nell’appuntamento settimanale spiegherò che lo sono solo nella misura in cui vengono guardati come tali». Uno sguardo che sarà curioso e dissacrante. «Voglio che sia un lunedì che sappia meno della pesantezza del lunedì e infonda uno spirito combattivo e pieno di speranza».
D’Avenia si rivolgerà anche ai genitori. «Spesso mi chiedono come migliorare l’apatia dei figli verso cose che appassionavano loro a quell’età: spiegherò che i giovani per essere migliorati devono essere amati e niente li fa fiorire meglio del modo in cui sono guardati perché a quell’età la lora vita è una promessa, un laboratorio di possibilità, un momento vocazionale». Nel percorso di crescita umana la scuola è cruciale. «Nel mio osservatorio racconterò cosa funziona, cosa non funziona e cos’è oggi la scuola italiana su cui impatta anche la velocità della vita moderna». Internet, i social, le tv satellitari hanno allargato i confini. «Indagherò sul fatto che un tempo i cambiamenti generazionali si misuravano in fasi ventennali mentre oggi in un lustro, perché i ragazzi sono tempestati da pezzettini infinitesimali di mondo che hanno come contraltare la perdita di capacità di lettura globale».
«Letti da rifare» vuole provare a cambiare la rotta. «Il mio obiettivo — chiude D’Avenia — è fornire pezzettini che non diventino una nuvola confusa di coriandoli ma spunti per ricomporre il puzzle, ma i ragazzi devono metterci la loro personalità».
Gli adulti «Per migliorare, i giovani vanno amati Niente li fa fiorire più di uno sguardo»
Per i cambiamenti generazionali oggi bastano 5 anni, non 20 I bamboccioni? Soltanto se vengono guardati come tali