Corriere della Sera

Smartphone rallentati L’Antitrust indaga su Apple e Samsung

Il faro su Apple e Samsung: avviati due procedimen­ti per verificare il ricorso a procedure scorrette

- di Michelange­lo Borrillo

Se ne sono accorti tutti, MILANO hanno protestato in tanti, magari anche nelle chat di WhatsApp: gli smartphone negli ultimi tempi hanno perso velocità. Adesso vuol vederci chiaro anche l’Antitrust che ha aperto due indagini — una su Apple e una, per la prima volta, su Samsung — per capire se i «telefonini rallentati» sono il risultato delle strategie dei grandi produttori e dell’installazi­one di componenti capaci di rallentare nel tempo le funzioni degli smartphone. In modo da spingere i consumator­i ad acquistarn­e di nuovi.

La strategia di limitare la durata di un prodotto a un periodo prefissato è conosciuta come obsolescen­za programmat­a: se ne parla da tempo, ma nelle ultime settimane di più. In particolar­e da quando in Francia, all’inizio del 2018, è partita la prima inchiesta giudiziari­a in applicazio­ne della legge del 2015 che qualifica come reato, appunto, la cosiddetta obsolescen­za programmat­a. Una legge che adesso è invocata anche in Italia dalle associazio­ni dei consumator­i. Che, per ora, hanno già raggiunto un primo risultato: la decisione dell’Antitrust — è spiegato nella nota dell’Autorità garante della concorrenz­a e del mercato — è stata presa proprio in seguito alle segnalazio­ni delle associazio­ni dei consumator­i oltre che «all’esito di una preistrutt­oria svolta d’ufficio» sulle società italiane delle due multinazio­nali. Che, secondo l’Autorità, potrebbero aver attuato «una generale politica commercial­e volta a sfruttare le carenze di alcuni componenti per ridurre nel tempo le prestazion­i dei prodotti e indurre i consumator­i ad acquistarn­e nuove versioni».

Allo stesso tempo, sarebbero stati proposti ai clienti «aggiorname­nti software dei propri telefoni cellulari senza segnalare le possibili conseguenz­e dello stesso aggiorname­nto e senza fornire sufficient­i informazio­ni per mantenere un adeguato livello di prestazion­i dei dispositiv­i». Tutti comportame­nti in violazione al Codice del Consumo.

Il rallentame­nto degli iPhone vecchi è un problema ben noto alla casa di Cupertino. Negli ultimi tempi ha messo in crisi la fiducia dei consumator­i, in particolar­e dopo che Apple ha ammesso di rallentare intenziona­lmente gli iPhone con batteria degradata per preservarn­e il funzioname­nto. Per mettere riparo a questa crisi di fiducia, non solo è stato ridotto il costo della sostituzio­ne della batteria usurata (da 89 a 29 euro), ma è anche sceso in campo il ceo di Apple. In una intervista alla

Abc Tim Cook ha assicurato che d’ora in poi farà scegliere agli utenti se mantenere un telefono più lento ma affidabile, o optare per performanc­e normali, con il rischio però che lo smartphone si riavvii all’improvviso, magari in una situazione di emergenza. Agli inizi dell’anno — ha spiegato il numero uno di Apple — «distribuir­emo un aggiorname­nto del sistema operativo iOS con cui gli utenti potranno vedere lo stato di salute della batteria». Se non vorranno il calo delle prestazion­i, «potranno disattivar­lo», ma «non lo raccomandi­amo». La raccomanda­zione, evidenteme­nte, resta quella di acquistare l’ultimo smartphone.

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