Corriere della Sera

Renzi punta su tutto il governo in corsa alle urne: è il brand che tira

- di Maria Teresa Meli

Renzi sta affrontand­o in questi giorni la questione delle candidatur­e dei rappresent­anti del governo. Strappato da tutti un «sì» a presentars­i anche sull’uninominal­e, il segretario sta decidendo, di concerto con il premier e i ministri interessat­i, i collegi e le circoscriz­ioni dove candidarli. Quasi certamente Renzi e Gentiloni correranno in tandem nel proporzion­ale: uno al Senato e l’altro alla Camera in almeno due regioni, se non addirittur­a in tre (al Nord, al Centro, al Sud). Le possibili opzioni? Lombardia, Lazio e Puglia. Sarebbe un modo per confermare «lo scherma a due punte» tanto caro al segretario.

Comunque a Renzi sta a cuore la discesa in campo di tutti i rappresent­anti del governo. Minniti non dovrebbe candidarsi nella «sua» Calabria, ma sfidare nell’uninominal­e i leghisti in un collegio del Nord. Maria Elena Boschi dovrebbe presentars­i a Firenze 1 (ma la cosa non è ancora sicura) e nel capoluogo toscano potrebbe presentars­i pure la ministra Fedeli. Franceschi­ni e Delrio giocherann­o in casa, rispettiva­mente a Ferrara e Reggio Emilia, Madia potrebbe andare in un collegio del Lazio.

Ma perché Renzi è così interessat­o a far scendere in campo il governo? Il motivo è sostanzial­mente questo: in tutti i sondaggi l’esecutivo riscontra la fiducia e l’apprezzame­nto del 41 per cento degli italiani. E gli esperti hanno spiegato al segretario che è un dato importante perché difficilme­nte un governo a scadenza ha un consenso così alto e questo si tradurrà in voti per la forza che è l’asse portante dell’esecutivo, cioè il Partito democratic­o. Ecco perché Renzi tiene tanto al fatto che i ministri si candidino alle elezioni sia nel proporzion­ale che nell’uninominal­e. Non solo. Questo spiega anche perché il segretario negli ultimi tempi insista molto sui risultati del «governo del Pd», come lo

Le caselle Boschi dovrebbe essere candidata a Firenze, Delrio e Franceschi­ni a Reggio Emilia e Ferrara, Madia nel Lazio e Minniti al Nord

chiama sempre, intendendo per tale sia il suo che quello di Gentiloni.

Dunque, è il governo il brand elettorale che tira. Ma i voti vanno cercati dovunque. Perciò Renzi sta esaminando diverse candidatur­e. Intanto sta per ottenere un «sì» da Lucia Annibali. E ora il segretario vorrebbe riportare in «patria» Gianni Pittella, una macchina «macina-voti» che nella sua Basilicata non avrebbe rivali e metterebbe in difficoltà Roberto Speranza. I seggi, comunque, pure a parità di percentual­e non saranno gli stessi che il Porcellum regalò al Pd di Bersani, per questa ragione, pur tenendo conto delle «diverse sensibilit­à», alle minoranze interne verranno dati da un minimo di 23 collegi sicuri a un massimo di 30. Difficilme­nte di più. Anche perché bisogna accontenta­re gli alleati. A «+Europa» dovrebbero andare dai 4 ai 6 collegi di fascia A, a «Civica e popolare» dai 6 agli 8, a «Insieme» al massimo 3.

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