Corriere della Sera

I tormenti della compagna «Volevo lasciarlo fuori casa Ma ho deciso di aspettarlo»

- di Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Piumino e stivali, la donna che perdonava sempre si infila nel portone di uno studio legale in Prati. Poche ore prima il mondo le è franato addosso senza chiederle permesso.

Fra ammissioni, confidenze, dettagli — quelle del suo compagno Massimo De Angelis davanti al giudice per le indagini preliminar­i — la donna che amava troppo ha visto se stessa e sua figlia in una casa vuota. E non è quello per cui si è battuta finora.

Così, dopo una giornata di sconfitte affettive e traumi emotivi, seduta davanti al suo avvocato, il piumino ripiegato sulle ginocchia, ripete a se stessa: «Va bene. Massimo può tornare a casa».

D’accordo. Facciamo appello alle nostre migliori energie, pensa. Anche se stavolta aveva promesso di non tornare indietro. Il limite era stato varcato, fra particolar­i al limite del porno e confession­i choc («Ero innamorato di lei» ha detto il prof) s’era sentita di fronte a una prova troppo dura. E invece ha deciso che è il tempo di tenere a bada le proprie rivendicaz­ioni. «Verrà anche il giorno dei chiariment­i — si ripete —. Ma ora di fronte a quello che lui sta attraversa­ndo, chiuso in carcere, non posso sbattergli la porta in faccia. Metto un freno ai miei dubbi e aspetto».

Antonella («niente cognome per favore») esce da quel portone diversa da come è entrata: «Diciamo che lo perdono. Una persona non può dare il suo affetto e revocarlo in un giorno no? Ero e resto innamorata di Massimo. La nostra non è un’avventura».

D’accordo, ma i messaggini hot spediti a una quindicenn­e alla quale, di giorno, fai ripetizion­i di latino? Antonella non ha una risposta per tutto e su questo decide di glissare. Va bene, ma le foto hard spedite al suo indirizzo Whats-App? Anche in questo caso Antonella deglutisce senza commentare, con un leggero movimento degli occhi.

Poi, però, ribadisce: «Stiamo parlando di un buon padre e di un buon insegnante. Stima e affetto non si cancellano in poche ore. In questo momento so di dover fare uno sforzo per mettere da parte le mie esigenze. Ci sarà modo di chiarire».

Stringe i denti Antonella. Ha una cosa, soprattutt­o, a cui pensare: c’è una figlia, una bambina che ha già attraversa­to il dolore della perdita (il marito di Antonella è morto qualche anno fa). E poi c’è il lavoro da affrontare. Ci sono i conti da far quadrare. Il resto, dice lei, ora può aspettare.

Sono le 7 di sera. L’avvocato Fabio Lattanzi detta ai collaborat­ori l’istanza per la richiesta dei domiciliar­i. Le ammissioni di De Angelis, l’intenzione di dimettersi dal suo incarico di docente al liceo Massimo, il fatto di aver risposto a tutte le domande degli investigat­ori, tutto questo spiana la via a una soluzione diversa dal carcere. Ma serve un posto dove andare. Al mattino, davanti all’enormità di quelle ammissioni, per un po’ si era pensato a una soluzione insolita, quasi estrema. Un ritiro in un monastero. Un indirizzo, chissà, avrebbero perfino potuto offrirlo i vertici del liceo amministra­to dai gesuiti. In ogni caso chiedere ad Antonella di stringere i denti sembrava davvero troppo. E invece alla fine è lei stessa a tirare fuori la soluzione: «Supereremo anche questa prova, però Massimo deve tornare a casa».

Una persona non può dare il suo affetto e revocarlo in un giorno, no? Ero e resto innamorata di Massimo

 ??  ?? Sotto accusa Massimo De Angelis, 53 anni, professore di italiano e latino del liceo dei gesuiti di Roma (istituto Massimo)
Sotto accusa Massimo De Angelis, 53 anni, professore di italiano e latino del liceo dei gesuiti di Roma (istituto Massimo)

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