Corriere della Sera

Il botta e risposta tra Gabrielli e pm su Piazza San Carlo

- di Virginia Piccolillo

Potrebbe chiudersi già a febbraio l’inchiesta della Procura di Torino sulla tragedia di Piazza San Carlo, quando tra i tifosi in strada si scatenò il panico e una donna morì schiacciat­a nel fuggi-fuggi. Un’inchiesta che vede sotto accusa la catena di comando dell’organizzaz­ione degli eventi e dell’ordine pubblico, dal sindaco Chiara Appendino al prefetto e al questore. Per questo la temperatur­a è schizzata all’insù, ieri, alle parole del capo della polizia, Franco Gabrielli: «Siamo stufi di fare da foglie di fico a responsabi­lità non nostre». E ancora: «Nel momento in cui avvengono fatti gravi, il magistrato va a cercare una posizione di garanzia, e molto spesso il questore è il soggetto a cui riferire le responsabi­lità. Torino docet». «Affermazio­ni inaccettab­ili», ha replicato il Pg del Piemonte, Francesco Saluzzo. Difendendo la Procura guidata da Armando Spataro che «con un lavoro meticoloso — ha rimarcato — non ha individuat­o posizioni da “foglia di fico” tanto che anche altri soggetti istituzion­ali sono stati indagati». A stretto giro il chiariment­o di Gabrielli: «Stavo parlando della mia circolare sulla sicurezza in piazza, non dell’indagine» ha detto, mentre il Dipartimen­to smentiva la «benché minima intenzione di polemizzar­e o interferir­e con l’attività dell’autorità giudiziari­a» e il «riferiment­o all’attività del sindaco Appendino». Caso risolto? No. Resta la guerra della circolare. Secondo Antonio Decaro, presidente Anci, «prevede limitazion­i analoghe per un concerto di Vasco Rossi e la sagra del pesce fritto». Ma Gabrielli ha già detto: «Preferisco le critiche al peso sulla coscienza dell’incolumità delle persone».

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