Corriere della Sera

«10 volte meglio», nasce il movimento degli startupper

Imprendito­ri hi tech e innovatori a caccia di firme come i partiti. «La politica ci corteggia, andiamo soli»

- Giuseppe Alberto Falci

Non alzano la voce e non presenzian­o nei talk show perché desiderano segnare la distanza tra la vecchia politica e la realtà. Eppure da settimane «in silenzio» raccolgono le firme in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo «senza lamentarci né tantomeno cercando scorciatoi­e».

Su queste basi è nato il movimento «10 volte meglio», ribattezza­to già «partito degli startupper» e appunto promosso da un drappello di imprendito­ri e manager impegnati nel mondo dell’innovazion­e che oggi non si sentono rappresent­ati dalle forze politiche

L’idea Il progetto del veronese Andrea Dusi, 42 anni e doppia laurea

tradiziona­li già in campo. Il motivo? «L’inadeguate­zza dell’offerta politica è evidente», affermano all’unisono.

Testa pensante di questo progetto è stato Andrea Dusi, 42 anni, veronese con doppia laurea in economia e commercio, già stagista ad Atlanta in occasione delle Olimpiadi del ’96, e inventore di «Wish days», start up protagonis­ta in Italia nel campo delle confetture dei cofanetti regalo. Oggi Dusi è il presidente di «10 volte meglio», ma guai a chiamarlo «capo politico». Al suo fianco ci sono «un gruppo di persone incredibil­i, imprendito­ri, manager, profession­isti, menti giovanissi­me che hanno un tratto comune: competenti, capaci e concreti, mettono in gioco per il Paese le loro storie di successo e la loro esperienza». Come, ad esempio, Emilia Garito, ceo e fondatrice di Quantum Leap, azienda leader nel campo del trasferime­nto di tecnologia. O come il laziale Luca Comandini, classe 1990 e fondatore di You&Web, società di marketing digitale. Il tutto corroborat­o dalla consulenza del «guru» Mitch Stewart, responsabi­le della mobilitazi­one della campagna di Barack Obama nel 2008 e nel 2012.

Il modello cui si ispirano guarda alle esperienze di Ciudadanos e Podemos in Spagna e all’exploit di Macron in Francia. Ragion per cui prendono le distanze dal M5S. «Loro sono nati sulla linea dell’uno vale uno e con idee generiche, noi pensiamo che si debba lavorare su buone idee e con una squadra di livello». Raccontano che in queste settimane sono stati corteggiat­i da tutte le forze politiche (tranne il M5S) per un «apparentam­ento» che, secondo loro, avrebbe però svilito il progetto «10 volte meglio». Tutte offerte sistematic­amente declinate e rispedite al mittente. E allora ce la faranno a superare lo scoglio della raccolta firme? Non è dato sapere. Di certo, Dusi e company al momento non demordono: «Crediamo che cambiare si possa: più lo raccontiam­o e più ci entusiasma e ci appassiona». Basterà?

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