I giganti della foresta Il Sud che sembra Nord
Dove sono le 10 faggete primordiali italiane Il caso della Foresta Umbra, che però è in Puglia
Paesaggi del Nord Europa nel Mezzogiorno d’Italia. A due passi dal mare. Anzi, poche centinaia di metri al di sopra. Circostanza talmente eccezionale da meritare il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità. Le antiche faggete primordiali si aggiungono ai quattro siti naturali italiani già insigniti dall’Unesco — Dolomiti, Monte San Giorgio, Etna e Isole Eolie — e lo fanno, a differenza delle bellezze naturali che le hanno precedute nella lista d’eccellenza (che comprende anche altri 48 siti culturali italiani), per il loro valore biologico ed ecologico. Grazie alla tenacia e al lavoro, durato oltre cinque anni, di più di 250 ricercatori ed esperti di 12 nazioni europee. Le 10 faggete italiane (su 78 complessive premiate in tutta Europa) ricadono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi; nel Parco Nazionale del Gargano; nel Parco Nazionale del Pollino; nei Comuni di Soriano nel Cimino e Oriolo Romano. Insomma, attraversano la spina dorsale del Paese. Ma tra queste il caso delle faggete della Foresta Umbra, sul Gargano, spicca per la sua eccezionalità per la presenza di faggi di 300-350 anni a quote estremamente basse, considerando che la longevità di riferimento sotto gli 800 metri è di 200-250 anni. Alcuni dei faggi del promontorio pugliese, inoltre, rasentano anche le massime dimensioni raggiunte dalla specie, 45-50 metri di altezza, in particolare nella riserva di Falascone che costituisce un rarissimo esempio di faggeta mista in cui convivono numerose varietà di specie arboree dalle dimensioni eccezionali: aceri, tigli, carpini, agrifogli e soprattutto tassi. Il Parco del Gargano ha voluto ricordare il riconoscimento con una stele in vetro e metallo, realizzata dal designer Claudio Grenzi, che ripropone la sagoma di un faggio: «Abbiamo voluto affidare a questa stele — spiega il presidente facente funzioni del Parco, Claudio Costanzucci — la memoria collettiva di un riconoscimento prestigioso che inorgoglisce non solo il Gargano, ma un’intera regione».
La particolarità delle faggete ha destato l’interesse della National Geographic Society che ha avviato un progetto per studiare i faggi più vecchi e monumentali d’Europa e tra questi anche quelli della Foresta Umbra. Alla ricerca dell’elisir di lunga vita. «L’obiettivo centrale del progetto — spiega Alfredo Di Filippo, il ricercatore dell’Università della Tuscia di Viterbo che ha seguito l’iter di candidatura Unesco delle faggete — è identificare le caratteristiche strutturali uniche che conferiscono la longevità ai faggi vetusti, e valutare se l’aumento di dimensioni ed età, nel contesto dei recenti cambiamenti climatici, possa esporre gli alberi a un maggior rischio di mortalità. La National Geographic Society curerà direttamente la divulgazione dei risultati delle ricerche». Il progetto, dall’accattivante denominazione «Arrampicando sulle latifoglie più vecchie d’Europa: effetto dell’aumento di età e dimensioni su struttura e crescita del faggio al margine meridionale della distribuzione», è partito il 1° ottobre scorso e terminerà il 30 giugno 2019. Ovviamente, lo studio di una squadra di 3-4 misuratori che mapperà integralmente la struttura epigea di 5 faggi vetusti e di 5 faggi tra i più grandi, non ostacolerà i turisti che vorranno vivere atmosfere magiche da Europa del Nord alla latitudine di Roma, a due passi da un altro Patrimonio dell’Umanità Unesco, il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia (insignito del riconoscimento nell’ambito della serie sui luoghi dei Longobardi in Italia): «Anche le faggete monumentali — aggiunge Di Filippo — sono, per bellezza e biodiversità, dei santuari di naturalità, testimonianza di un paesaggio primordiale difficile da rintracciare altrove nel mondo, perché luoghi del genere stanno scomparendo».
Per effettuare una visita guidata tra le faggete della Foresta Umbra è possibile telefonare (con qualche giorno di anticipo) o inviare una email all’Ufficio relazioni con il pubblico del Parco Nazionale del Gargano (0884.568936, urp@parcogargano.it) e l’ente metterà gli interessati in contatto con guide specializzate.