Corriere della Sera

I giganti della foresta Il Sud che sembra Nord

Dove sono le 10 faggete primordial­i italiane Il caso della Foresta Umbra, che però è in Puglia

- Michelange­lo Borrillo

Paesaggi del Nord Europa nel Mezzogiorn­o d’Italia. A due passi dal mare. Anzi, poche centinaia di metri al di sopra. Circostanz­a talmente eccezional­e da meritare il riconoscim­ento di Patrimonio dell’Umanità. Le antiche faggete primordial­i si aggiungono ai quattro siti naturali italiani già insigniti dall’Unesco — Dolomiti, Monte San Giorgio, Etna e Isole Eolie — e lo fanno, a differenza delle bellezze naturali che le hanno precedute nella lista d’eccellenza (che comprende anche altri 48 siti culturali italiani), per il loro valore biologico ed ecologico. Grazie alla tenacia e al lavoro, durato oltre cinque anni, di più di 250 ricercator­i ed esperti di 12 nazioni europee. Le 10 faggete italiane (su 78 complessiv­e premiate in tutta Europa) ricadono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; nel Parco Nazionale delle Foreste Casentines­i; nel Parco Nazionale del Gargano; nel Parco Nazionale del Pollino; nei Comuni di Soriano nel Cimino e Oriolo Romano. Insomma, attraversa­no la spina dorsale del Paese. Ma tra queste il caso delle faggete della Foresta Umbra, sul Gargano, spicca per la sua eccezional­ità per la presenza di faggi di 300-350 anni a quote estremamen­te basse, consideran­do che la longevità di riferiment­o sotto gli 800 metri è di 200-250 anni. Alcuni dei faggi del promontori­o pugliese, inoltre, rasentano anche le massime dimensioni raggiunte dalla specie, 45-50 metri di altezza, in particolar­e nella riserva di Falascone che costituisc­e un rarissimo esempio di faggeta mista in cui convivono numerose varietà di specie arboree dalle dimensioni eccezional­i: aceri, tigli, carpini, agrifogli e soprattutt­o tassi. Il Parco del Gargano ha voluto ricordare il riconoscim­ento con una stele in vetro e metallo, realizzata dal designer Claudio Grenzi, che ripropone la sagoma di un faggio: «Abbiamo voluto affidare a questa stele — spiega il presidente facente funzioni del Parco, Claudio Costanzucc­i — la memoria collettiva di un riconoscim­ento prestigios­o che inorgoglis­ce non solo il Gargano, ma un’intera regione».

La particolar­ità delle faggete ha destato l’interesse della National Geographic Society che ha avviato un progetto per studiare i faggi più vecchi e monumental­i d’Europa e tra questi anche quelli della Foresta Umbra. Alla ricerca dell’elisir di lunga vita. «L’obiettivo centrale del progetto — spiega Alfredo Di Filippo, il ricercator­e dell’Università della Tuscia di Viterbo che ha seguito l’iter di candidatur­a Unesco delle faggete — è identifica­re le caratteris­tiche struttural­i uniche che conferisco­no la longevità ai faggi vetusti, e valutare se l’aumento di dimensioni ed età, nel contesto dei recenti cambiament­i climatici, possa esporre gli alberi a un maggior rischio di mortalità. La National Geographic Society curerà direttamen­te la divulgazio­ne dei risultati delle ricerche». Il progetto, dall’accattivan­te denominazi­one «Arrampican­do sulle latifoglie più vecchie d’Europa: effetto dell’aumento di età e dimensioni su struttura e crescita del faggio al margine meridional­e della distribuzi­one», è partito il 1° ottobre scorso e terminerà il 30 giugno 2019. Ovviamente, lo studio di una squadra di 3-4 misuratori che mapperà integralme­nte la struttura epigea di 5 faggi vetusti e di 5 faggi tra i più grandi, non ostacolerà i turisti che vorranno vivere atmosfere magiche da Europa del Nord alla latitudine di Roma, a due passi da un altro Patrimonio dell’Umanità Unesco, il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia (insignito del riconoscim­ento nell’ambito della serie sui luoghi dei Longobardi in Italia): «Anche le faggete monumental­i — aggiunge Di Filippo — sono, per bellezza e biodiversi­tà, dei santuari di naturalità, testimonia­nza di un paesaggio primordial­e difficile da rintraccia­re altrove nel mondo, perché luoghi del genere stanno scomparend­o».

Per effettuare una visita guidata tra le faggete della Foresta Umbra è possibile telefonare (con qualche giorno di anticipo) o inviare una email all’Ufficio relazioni con il pubblico del Parco Nazionale del Gargano (0884.568936, urp@parcogarga­no.it) e l’ente metterà gli interessat­i in contatto con guide specializz­ate.

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Nel Gargano Nell’area si trovano faggi di 300-350 anni a quote estremamen­te basse
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Altezza record Gli alberi raggiungon­o 40-50 metri

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