Corriere della Sera

Future e bitcoin, come perdere 8.250 dollari ogni 17.750

- @massimosid­eri di Massimo Sideri © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quotazione del 17 gennaio 2018 dei bitcoin secondo i futures alla Chicago Board Options Exchange dell’11 dicembre scorso (poche ore dopo l’esordio della nuova opzione): 17.750 dollari. Prezzo effettivo del 17 gennaio (l’altro ieri): 9.500 dollari. I contratti a termine sulla criptovalu­ta al loro primo mese di vita hanno fatto una pessima figura: uno dei peggiori lanci della storia della finanza. Non solo hanno sbagliato il trend ma hanno fatto perdere 8.250 dollari ogni 17.750. Ricorda molto i tulipani del 1637, considerat­i la prima bolla finanziari­a. In quell’anno si arrivò a vietare nella contea di Haarlem delle Province unite dei Paesi Bassi la pubblicazi­one anche di innocui libri di floricoltu­ra nel vano tentativo di temperare una smisurata passione che aveva colto aristocrat­ici e artigiani: la febbre dei tulipani. Cosa si potrebbe fare oggi: censurare la parola bitcoin? Un bulbo arrivò a costare 5.200 fiorini, laddove Rembrandt per il suo capolavoro La ronda di notte, nel 1642, ne ricevette 1.600. Un taverniere di nome Wouter Bartelmies­z Winkel divenne uno degli uomini più ricchi d’Olanda. Anche le opzioni future, cioè le scommesse sul valore futuro, nacquero allora facendo cadere in disgrazia non solo il «ceto medio» ma anche i ricchi olandesi. Speriamo che la storia non si ripeta, ma certo anche in questo caso una certa febbre c’è.

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