Corriere della Sera

Dalla Ferrari agli aerei, il nuovo volo della Poggipolin­i

- Corinna De Cesare © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dai pezzi per le parti idrauliche delle poltrone per i dentisti alle Ferrari. Letteralme­nte. Per poi arrivare agli attacchi dei motori degli aerei. La storia di Poggipolin­i, azienda bolognese nata negli anni 50, sembra una metafora della resilienza. Di quelle piccole medie imprese italiane che resistono nonostante i venti avversi. Come quello che ha spirato negli anni della crisi, quando Poggipolin­i si è trovata con un decremento del volume d’affari del 50%. L’80% del lavoro veniva all’epoca dalla Formula Uno e Ferrari. Viti e pezzi super leggeri in titanio che venivano montati sulle auto da corsa. Poi il cambio dei regolament­i tecnici stravolge tutto. E alla famiglia Poggipolin­i sembra di tornare indietro nel tempo quando negli anni 50 Calisto, il fondatore, aveva iniziato producendo casse per orologi e poi a progettare pezzi per le parti idrauliche delle poltrone per i dentisti. L’arrivo in azienda del figlio Stefano e la sua passione per le moto stravolge il business di famiglia che vira sulla vicina motor valley.

È l’inizio di una grande collaboraz­ione che porta l’azienda bolognese a lavorare per i più grandi marchi: da Ducati e Pagani si passa in breve tempo a Ferrari, Maserati e Lamborghin­i. Fino alla crisi del 2007 e la necessità di reinventar­si. Ancora una volta. «Negli anni ‘70 avevamo iniziato a lavorare il titanio e le prime applicazio­ni erano state proprio le viti per ridurre il peso delle moto da corsa della Ducati — spiega Michele Poggipolin­i, executive director e terza generazion­e della famiglia —. Poi siamo arrivati alle auto da corsa e nel 2009 l’80% del nostro lavoro era quasi monoclient­e Ferrari. Il cambio dei regolament­i tecnici della Formula Uno ha stravolto tutto e nell’arco di brevissimo tempo abbiamo perso il volume d’affari del 50%». Per contrastar­e la crisi l’azienda, che già nel 96 era entrata nel settore aeprecisa ronautico, ha cominciato prima a diversific­are e poi a investire tutto nell’aeronautic­a. «Abbiamo puntato su un settore completame­nte diverso da quello che conoscevam­o» Michele. Ma a poco a poco l’aeronautic­a è arrivata a coprire il 40% del volume d’affari di Poggipolin­i che realizza le cosiddette «viti critiche» per gli aerei miliari e punta ora a conquistar­e anche il mercato dell’aviazione civile. Da qui l’ingresso nel programma Elite di Borsa italiana con cui l’azienda vuole internazio­nalizzare. Fatturato 2017, dieci milioni di euro e dieci assunzioni negli ultimi sei mesi. Nonno Calisto, 92 anni, continua a lavorare. «Sta testando delle penne in titanio — aggiunge il nipote Michele — è un numero uno».

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Michele Poggipolin­i (a sinistra) con il padre Stefano, il nonno Calisto e la madre Rosanna Masi (Cfo)

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