Trevi, un ambasciatore per il romanzo italiano
Lo scrittore e collaboratore del «Corriere della Sera» Emanuele Trevi ha vinto la seconda edizione del premio letterario «Marco Polo Venise», che punta a sostenere la diffusione del romanzo contemporaneo italiano nel bacino francofono, con oltre 600 milioni di potenziali lettori, grazie anche all’eccellenza della traduzione.
Nel corso di una cerimonia all’Ambasciata d’Italia a Parigi, organizzata con l’aiuto di Generali, Trevi ha ricevuto il riconoscimento per Le Peuple du Bois, il romanzo edito in Francia da Actes Sud con la traduzione di Marguerite Pozzoli, e uscito nel 2015 in Italia con il titolo originale di Il popolo di legno per Einaudi Stile Libero.
Il protagonista del romanzo è il Topo, che vive in Calabria con la moglie Rosa e un amico, il Delinquente. Questi, direttore artistico di Tele Radio Sirena, gli offre l’occasione di condurre un programma, Le avventure di Pinocchio il calabrese, durante il quale il Topo si lancia in lunghi sermoni per dimostrare l’assurdità della vita e della pretesa di migliorarla. Chi l’avrebbe mai detto, in questo modo il Topo diventa un idolo delle folle.
La giuria, composta da esponenti di primo piano della cultura francese e italiana, ha scelto il romanzo di Trevi dopo avere esaminato trenta libri tradotti in francese nel corso del biennio 2016/2017. Il presidente è l’ambasciatore Umberto Vattani, a capo della «Venice International University». «Oltre ai generosi sostegni privati che credono nell’inedita forma dell’iniziativa, è la sinergia con la diplomazia e le istituzioni ad assicurare prestigio al Premio Marco Polo Venise», ha detto Vattani.
«A partire da Venezia, città italiana che appartiene all’umanità, c’è un ponte che si proietta verso il mondo intero», ha aggiunto l’ambasciatore d’Italia in Francia, Giandomenico Magliano. «La cultura è la trasmissione del sapere e un modo per rendere ancora più stretti i rapporti tra due Paesi, l’Italia e la Francia, che stanno per sancire la loro intesa con il Trattato del Quirinale» (che verrà firmato al vertice italo-francese entro fine 2018).
«La Francia — ha dichiarato il premiato, Emanuele Trevi — è il posto dove oggi c’è più attenzione al ciclo di vita necessario a un libro. Anche per questo sono molto onorato. In altri contesti culturali come il nostro si lavora anche benissimo, ma con un difetto: non diamo ai romanzi la possibilità di durare nel tempo. Le grandi case editrici tendono a divorare i loro stessi figli, si è instaurato un sistema di novità in virtù del quale il successo di un titolo viene valutato immediatamente, nel primo weekend di uscita. In Francia i libri hanno una temporalità diversa, esiste un tam tam dei lettori e la possibilità di creare un dibattito culturale. Il mio romanzo è uscito a ottobre, e ancora oggi, a gennaio, viene premiato».