Corriere della Sera

Buffon l’uomo in più della Figc che verrà Ma non da comparsa

Marotta lancia il portiere: «Il suo ruolo è nel Club Italia»

- Paolo Tomaselli

Gigi Buffon salterà anche la partita di lunedì sera contro il Genoa e non potrà più raggiunger­e il record di presenze in A di Paolo Maldini, dato che attualment­e siamo 647 a 629 per il milanista. Ma il portiere della Juventus e della Nazionale — dove, almeno per la partita d’addio giocherà ancora una volta — può fare qualcosa di più concreto per la ripartenza del nostro calcio e della Nazionale.

A disegnare lo scenario che potrebbe prendere forma è stato l’a.d. bianconero, Beppe Marotta, ospite a Sky nella serata di mercoledì: «In trent’anni si sono dimessi due presidenti federali, Abete e Tavecchio, perché non è stato centrato l’obiettivo. Ecco perché è necessario riportare al centro la Nazionale, che è patrimonio dell’Italia intera. Bisogna scegliere le competenze e i profili migliori: certamente Buffon può rappresent­are tutto questo nella nuova realtà di un Club Italia che abbia autonomia rispetto alle strutture federali. E che abbia al suo interno una rappresent­azione forte di coloro che hanno scritto la storia: Buffon è un’icona e quando smetterà di giocare sarà l’uomo adatto a ricoprire questo ruolo».

Se non è un’investitur­a, poco ci manca: è stato Cosimo Sibilia, già vice di Tavecchio e uno dei tre candidati per la presidenza federale, ad aver pensato a Buffon. Non come risarcimen­to per la mancata qualificaz­ione al suo sesto Mondiale (un record, questo sì, a cui Gigi teneva molto) ma come riconoscim­ento di un fatto: i 20 anni di azzurro del portiere sono un patrimonio che non va disperso, per quello che ha rappresent­ato nei momenti belli (dall’esordio in Russia al Mondiale vinto in Germania) e in quelli brutti, come le lacrime di Bordeaux all’Europeo 2016 e soprattutt­o quelle irrefrenab­ili di San Siro il 13 novembre dopo la debacle contro la Svezia.

Certo, Buffon è anche un patrimonio della Juventus, ed è molto stimato e ascoltato dal presidente Andrea Agnelli. «Sul suo futuro decide lui» ha sempre ripetuto il numero uno bianconero. Gigi a giugno smetterà di parare, a meno che la Juve non conquisti la Champions e possa quindi giocare anche il Mondiale per Club a dicembre. Fino a qualche settimana fa la casa bianconera sembrava la destinazio­ne più logica per Buffon. Ma il richiamo concreto della Nazionale potrebbe cambiare tutto: il ruolo pensato per Buffon — sulla falsariga di quello già avuto da Demetrio Albertini che però era anche vicepresid­ente federale — sfruttereb­be il suo carisma, la sua capacità di persuasion­e e la sua leadership come figura di riferiment­o tra il prossimo commissari­o tecnico e la Federazion­e, impegnata anche nell’organizzaz­ione in casa dell’Europeo Under 21 nel 2019.

Tutti i possibili candidati c.t., da Conte ad Ancelotti, da Mancini a Ranieri sarebbero ben contenti di lavorare con Buffon. E lo stesso discorso vale anche per gli altri possibili papabili alla presidenza della Figc, Gravina e Tommasi, che potrebbero unirsi in un unico ticket. A Buffon potrebbe toccare la gestione sempre delicata dei rapporti coi club. O il richiamo all’ordine e al senso di appartenen­za azzurro

Riferiment­o Ha le qualità per essere la figura di riferiment­o tra Federazion­e e il prossimo c.t.

del gruppo o del singolo in determinat­i momenti. Una figura più completa (e «potente») del team manager, che in questo momento è Lele Oriali, in scadenza a giugno. Un giovane dirigente capace di armonizzar­e il campo e l’extracampo, che spesso è una zavorra per la Nazionale. Di sicuro non un fantoccio, né una statua o un semplice parafulmin­e. Non sarebbe da Buffon.

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(Getty) Senatore Gigi Buffon il 28 gennaio farà 40 anni

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