Corriere della Sera

Adiòs «El Grafico», raccontand­o Diego ha insegnato a leggere al Sudamerica

Chiude dopo quasi un secolo la rivista più famosa d’Argentina

- Matteo Dotto

«Salir en la tapa del Grafico», essere immortalat­o sulla copertina di El Grafico, è stato il sogno e l’ambizione di ogni sportivo argentino. Diego Maradona, tanto per cambiare, ha battuto tutti i record: lui, sulla «tapa», ci è finito 96 volte. Quando El Grafico era il settimanal­e più letto e diffuso in Sudamerica. Il suo erede Leo Messi non potrà raggiunger­lo: perché El Grafico, trasformat­o dal 2002 in mensile, di copertine non ne farà più.

Triste, solitaria y final la storia di una rivista prestigios­a che ha insegnato a milioni di persone in tutto il Sudamerica a leggere e capire di sport. Già, perché El Grafico non conosceva confini nell’America di lingua spagnola per la quale ha funzionato un po’ come le lezioni tv del maestro Alberto Manzi in «Non è mai troppo tardi»: niente di meglio dello sport, raccontato in modo semplice e avvincente, con linguaggio chiaro e efficace.

La beffa atroce è che il 30 maggio del 2019 la Bibbia dello sport argentino (ma non solo) avrebbe compiuto 100 anni. Un secolo in cui sulla «tapa» si sono avvicendat­i oltre ai re del futbol di ieri e di oggi (e dell’altro ieri: un nome per tutti, Alfredo Di Stefano) le altre eccellenze dello sport argentino extracalci­o: da Fangio a Ginobili passando per Monzon e Vilas.

Top di vendite per il numero in edicola il 30 giugno 1986, l’indomani del trionfo Mundial dell’Argentina in Messico: 795 mila copie e potevano essere il doppio se non fosse finita la carta… Titolo quasi scolastico per il 3-2 alla Germania: «Campeones del mundo». Tra i tanti premi vinti dal

Grafico nella sua lunga e gloriosa carriera quella per la foto più bella dell’anno 1978: «Abrazo del alma», l’abbraccio dell’anima, con i freschi campioni del mondo Fillol e Tarantini avvinghiat­i in un abbraccio e un giovane senza braccia in loro adorazione.

Sintetica nella sua crudeltà giornalist­ica la copertina del settembre ’93 dopo che — al Monumental di Buenos Aires — la Seleccion perde 0-5 contro la Colombia ed è costretta allo spareggio per i Mondiali di Usa ’94 contro l’Australia: sfondo nero e una sola parola, «Verguenza», vergogna.

Chi ricorda con emozione il primo articolo a lui dedicato sul è Javier Zanetti: campioncin­o in erba del piccolo Banfield, riesce nel settembre ’94 a ritagliars­i una «nota» di 4 pagine, lo spazio di solito riservato alle stelle di Boca e River. «Un giornalist­a e un fotografo si presentaro­no a casa mia. Il giorno prima avevamo vinto 2-1 alla Bombonera contro il Boca e io avevo fatto davvero un partitone. Ma solo a quel punto, con quel servizio e quell’intervista, mi resi conto che il calcio sarebbe stata la mia profession­e. Quel numero lo conservo tra i miei ricordi più belli».

Una splendida foto di un 21enne Zanetti e un titolo premonitor­e: «Amanece un crack», sorge un campione, con un bel sole sullo sfondo. C’era il trucco, però… «Sì, perché la foto era di sera e il sole in verità più che sorgere stava tramontand­o».

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 ??  ?? «Tapa» Due copertine, «tapa», di El Grafico: Diego Maradona, recordman di prime pagine (ne ha avute 96) e quella del settembre ‘93, tutta nera, titolo: vergogna! L’Argentina aveva perso 05 in casa con la Colombia nelle qualificaz­ioni mondiali
«Tapa» Due copertine, «tapa», di El Grafico: Diego Maradona, recordman di prime pagine (ne ha avute 96) e quella del settembre ‘93, tutta nera, titolo: vergogna! L’Argentina aveva perso 05 in casa con la Colombia nelle qualificaz­ioni mondiali

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