Stretta su circhi e pellicce Siglata l’intesa con Brambilla
«Nei nostri primi cento giorni di governo metteremo a punto un Codice dei diritti degli animali e istituiremo un garante ad hoc». E non solo, dal palco del Museo della scienza e della tecnologia di Milano Silvio Berlusconi promette di più ai dirigenti del Movimento animalista, convocati da Michela Vittoria Brambilla: «Dichiareremo guerra agli allevamenti per produrre pellicce, alla vivisezione, al randagismo. Rimoduleremo l’Iva sui farmaci e sugli alimenti, toglieremo gli animali dal redditometro e garantiremo un servizio veterinario pubblico per chi non ce la fa». È poi la leader degli animalisti a spiegare: «Per gli appuntamenti elettorali di primavera inoltrata, nelle Regioni e nei Comuni, schiereremo il nostro simbolo, ma per il voto del 4 marzo non abbiamo dubbi, i nostri candidati saranno dentro le liste di Forza Italia, l’unico partito che una volta al governo realizzerà il nostro programma. È il nostro interlocutore privilegiato da sempre: i principali, se non gli unici, provvedimenti saggi negli ultimi vent’anni sono stati condotti in porto sotto i governi Berlusconi. La sinistra ha dato vita a due dei governi tra i più antianimalisti della storia repubblicana», dice Brambilla. E mentre sventolano le bandiere del Movimento animalista e qualche cane, tra il pubblico, abbaia muovendo la coda, il leader di FI, arrivato a suggellare l’unione (o «affiancamento» come l’ha chiamato) non esita a definire «criminale» la sentenza che lo ha reso incandidabile, ribadendo con forza: «Ospitare il partito animalista con la sua piena identità dentro FI è la scelta giusta, anche se all’inizio volevamo presentarlo da solo. I loro candidati diventano i nostri». Per Michela Vittoria Brambilla il piglio con cui il Cavaliere parla dei temi a lei cari è anche una occasione per lanciare una stoccata agli altri schieramenti: «Dai 5 Stelle gli animalisti non possono attendersi nulla». E Berlusconi, accarezzando un cagnolino: «Grillo ha detto una sola cosa giusta, quando ha apostrofato i giornalisti: “Tornate a casa dove sono tutti sconcertati perché devono avere uno come voi tra loro”».