Lafert, i motori del Piave per l’energia dal vento
«Nel 2009 quando gli MILANO altri erano in difficoltà noi avevamo da poco chiuso un aumento di capitale seguito all’ingresso del fondo Alcedo. Abbiamo investito in ricerca e reclutato le persone interessanti che altre aziende lasciavano a casa. Eravamo solidi e quando la crisi mondiale è finita eravamo pronti». Luca Trevisiol è presidente di Lafert Group, società nata nel 1962 a San Donà di Piave (Venezia), che grazie a una seconda generazione dinamica è diventata uno dei leader in Europa nella progettazione e produzione di motori elettrici per uso industriale.
Uno degli assi nella manica sono i motori elettrici per pale eoliche: pesano per il 12% sul fatturato e nei prossimi 5 anni l’azienda punta a crescere a due cifre. I loro clienti sono i big delle turbine come GE, Vestas, Siemens Wind o Gold Wind. «Per battere la concorrenza sfruttiamo la leva dimensionale, ci muoviamo tra l’elefantismo delle multinazionali e i piccoli. Siamo agili ma in grado di produrre volumi importanti».
Lafert è in mano a tre famiglie: i Trevisiol, i Novello e gli Schiavinato. «Nel 2016 abbiamo deciso che era arrivato il momento di impostare un passaggio di consegne — prosegue Trevisiol — e di creare l’infrastruttura e gli spazi per un management operativo vero». Con Roland Berger hanno avviato un nuovo modello organizzativo che ha strutturato la capogruppo in due unità: «Energy efficiency» per lo sviluppo di motori orientati al risparmio energetico, e «Industrial automation» focalizzata sullo sviluppo di robot, macchine per imballaggio e per ascensori.
Il gruppo è passato da 106 milioni di fatturato del 2011 ai 150 milioni del 2017. I dipendenti sono 810, di cui 300 assunti negli ultimi 6 anni. Innovazione tecnologica, risparmio energetico e personalizzazione del prodotto sono le linee. «Abbiamo un team di 40 ingegneri che fanno ricerca e sviluppo — conclude —. Ci sono poi ingegneri di processo e nelle vendite: ci servono come il pane».